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MANIFESTA INCOMPETENZA, VETERINARIO CONDANNATO

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Il giudice romano Maurizio Maselli ( XIII sezione del Tribunale di Roma) ha emesso una sentenza a favore del proprietario di un cane morto per la “manifesta incompetenza del veterinario”: il colpevole e' stato condannato, oltre ad altre spese, al pagamento di 1.200 euro come 'danno non patrimoniale', ovvero e' stato riconosciuto il danno emotivo e biologico inferto alla persona che ha perso il suo amico a quattro zampe. La vicenda ha inizio nel gennaio 2003, quando Macchia, una piccola meticcia di 5 anni, senza essere vista inghiotte un boccone che va ad ostruirle l'esofago, provocando in breve problemi respiratori evidenti nell'animale. Il padrone la porta d'urgenza da un veterinario romano e, non avendo assistito all'ingestione dell'osso, chiede aiuto allo specialista. Il veterinario, si legge nel lancio d’agenzia, esegue lastre poco visibili in punti diversi del corpo dell'animale (ma non nella zona interessata), giungendo a una diagnosi errata. Quando a distanza di un paio di giorni l'animale peggiora, arriva ad operarla asportandole l'utero, convinto che si trattasse di un'infiammazione ai genitali del cane e aggravando un quadro clinico gia' in crisi per il blocco dell'esofago. Dopo 4 giorni di agonia, il padrone consulta un altro veterinario che, pur identificando subito il problema in modo corretto, non e' in grado di fare nulla per il cane che e' ormai moribondo. La responsabilità del veterinario incompetente e' risultata evidente dalle prove presentate, ma il giudice non si è limitato a questo: la sentenza recita esplicitamente che il padrone di Macchia ha subito 'la rottura di un legame affettivo'. Il risarcimento e' notevole anche per entita', a riprova dell'importanza data dal magistrato all'evento luttuoso vissuto dall'uomo, che ha assistito impotente al peggioramento e all'agonia del suo amico. (Fonte:Adnkronos/Animalieanimali.it)