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CODICE ALIMENTARE, LA MULTA CONVIENE?

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Malgrado i chiarimenti già forniti dal Ministro Livia Turco, è stata presentata un’interrogazione parlamentare che rimette l’accento sulle sanzioni previste dal Codice Alimentare predisposto dal Dipartimento della Sanità Pubblica Veterinaria. L’On Angelo Alessandri ( Lega) si è rivolto ai Ministri della Salute ed al Ministro dell'Agricoltura per sapere se non ritengano opportuno intervenire tempestivamente al fine di bloccare qualsiasi ipotesi di depenalizzazione dei reati destinati ad incidere sulla prevenzione e sulla sicurezza dei cittadini e; se non ritengano opportuno sospendere l'iter della bozza di Codice sulla sicurezza alimentare, riformulando il Capo VI, nella parte relativa alle sanzioni, al fine di reintrodurre reati con sanzioni penali, per tutti i casi di adulterazione degli alimenti. Secondo l’interrogante la bozza, nell'accorpare e semplificare la normativa vigente in materia di sicurezza alimentare, procede anche a depenalizzare i reati attualmente previsti nel settore delle frodi alimentari dalla legge n. 283 del 1962: “solo in caso di gravi intossicazioni o di morte del consumatore di cibo inquinato o adulterato o recante etichetta non veritiera, si potrebbe infatti attivare un ricorso in sede penale; per gli illeciti soggetti a depenalizzazione, rimane solo una sanzione pecuniaria di entità variabile dai 10 mila agli 80 mila euro, mentre viene negata la possibilità di un sequestro preventivo; nel caso degli illeciti alimentari, la sanzione penale costituisce un fortissimo deterrente, mentre la possibilità di un sequestro preventivo rappresenta un potente strumento di prevenzione; la sanzione pecuniaria amministrativa non vale, in tali circostanze, a dissuadere i produttori dalla commissione dell'illecito”, in quanto “in molte circostanze il pagamento della multa potrebbe risultare più conveniente rispetto al guadagno già conseguito grazie all'illecito;se venisse approvata la prevista depenalizzazione dei reati alimentari, la magistratura sarebbe di fatto privata della sua fondamentale funzione di controllo e prevenzione rispetto ad un settore destinato ad incidere in maniera sostanziale sulla salute e sulla sicurezza dei consumatori”.