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PREVIDENZA, BRACCIO DI FERRO ADEPP - WELFARE

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Proiezioni attuariali a 50 anni, paletti più rigidi per i bilanci e parametri in linea con quelli nazionali e della popolazione in generale. La bozza di decreto sui criteri di redazione dei bilanci tecnici degli enti gestori di forme di previdenza obbligatoria predisposta dal Ministro del Lavoro e dell’Economia non piace alle casse dei professionisti. Il Presidente dell’ADEPP, Maurizio De Tilla ha già riunito in agosto, in assemblea straordinaria, i vertici della previdenza privata, in vista dell’incontro al Welfare del 10 settembre prossimo. L’associazione delle casse e degli enti previdenziali – a cui aderisce l’ENPAV- teme un “attacco alle professioni” e giudica impugnabile al TAR un decreto che – se approvato- andrebbe contro la Legge Finanziaria che ha previsto 30 anni, e non 50, per misurare la stabilità delle casse. I criteri per la proiezione dei dati comprendono indicazioni economiche, demografiche e finanziarie, a cominciare dai flussi di iscrizione dei contribuenti e del loro reddito, la cui crescita va rapportata rispettivamente al tasso di sviluppo dell’occupazione complessiva e a quello della produttività media del lavoro a livello nazionale e non solo della singola categoria professionale. Nelle proiezioni si terrà conto del rapporto tra il volume d’affari dichiarato ai fini IVA e del reddito professionale imponibile ai fini del contributo soggettivo. I tassi di mortalità saranno considerati sulla base di indicazioni desumibili dall’esperienza passata, ma non potranno essere inferiori a quelli elaborati dall’ISTAT per l’intera collettività, semmai superiori, visto che la speranza di vita dei professionisti risulta superiore alla popolazione generale. In considerazione dello specifico di ciascuna cassa sarà tuttavia possibile discostarsi, presentando proiezioni ispirate comunque a criteri di massima prudenzialità e allegando una relazione giustificativa al bilancio. Nello schema di Decreto ci sarebbero inoltre “errori metodologici”, secondo De Tilla, e una inaccettabile parificazione della previdenza privata a quella pubblica. L’ADEPP chiederà di scendere al limite dei 30 anni e di svincolare dal dato nazionale lo specifico di ciascuna cassa professionale.