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PIU' TUTELATE LE COMPETENZE VETERINARIE

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Dalla Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario del Ministero della Salute sono arrivate risposte inequivocabili: il prelievo di sangue in autocontrollo è atto veterinario, i laboratori devono essere indipendenti e i Servizi Veterinari devono intensificare i controlli sugli allevamenti. E’ questa in sintesi la risposta arrivata in FNOVI nei giorni scorsi su un problema annoso sollevato più volte dalla Categoria e dopo molte sollecitazioni inviate anche alle rappresentanze allevatoriali ed esposti al NAS. Il prelievo dei campioni di sangue in fase di autocontrollo è dunque inequivocabilmente “atto medico” e “l’unica professionalità abilitata” a compierlo “è il medico veterinario”. Diversamente si incorre nel reato di abuso di esercizio abusivo della professione, un reato penale ai sensi dell’art. 348 C.P. Altrettanto frequentemente, i campioni di sangue vengono fatti analizzare da laboratori annessi ai mangimifici o presenti in altre strutture commerciali. Anche questa circostanza, più volte denunciata, viene bocciata dal Ministero della Salute perché viene meno “il principio di indipendenza del laboratorio” sancito dalle regole ISO e da specifico Accordo Stato Regioni per i requisiti minimi dei laboratori d’analisi ai fini dell’autocontrollo. Inoltre, i Servizi Veterinari competenti sono richiamati “ad una più efficace attività di vigilanza sui laboratori nonché ad una intensificazioni dei controlli sugli allevamenti al fine della verifica della validità dei piani di autocontrollo. Per il Presidente dell’ANMVI, Carlo Scotti, “gli allevatori sono avvisati, dubbi non ce ne sono più ed ora spetta alle autorità sanitarie competenti ma anche alla stessa categoria difendere un atto medico dagli abusi. Dopo il riconosimento dell’identificazione animale come atto veterinario, ci aspettiamo una svolta nella definizione per legge delle competenze che ci sono riservate in esclusiva”.