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ORMONI GPH NELLA CARNE, EFSA: NESSUNA REVISIONE

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E’ stato divulgato il parere del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (CONTAM) in merito a residui di ormoni nella carne bovina e nei prodotti a base di carne bovina. In linea con gli obblighi definiti all’articolo 11bis della direttiva 96/22/CE come modificato dalla direttiva 2003/74/CE, la Commissione ha chiesto all’EFSA di esaminare nuovi dati concernenti sostanze e loro prodotti con attività ormonale che possono essere legalmente usati nei paesi terzi per la stimolazione della crescita nella carne bovina. Le sostanze in esame sono gli steroidi presenti in natura, testosterone e progesterone, nonché i composti sintetici acetato di trenbolone, con dimostrata affinità per i recettori androgenici, zeranolo, con un’elevata affinità per i recettori estrogenici, e acetato di melengestrolo, che assomiglia agli ormoni progestinici. In conformità con il mandato, il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare ha revisionato la letteratura scientifica pubblicata nel periodo compreso tra il 2002 e i primi mesi del 2007, fino alla data della redazione del presente parere. Il gruppo scientifico ha notato che la comprensione dei complessi meccanismi d’azione degli ormoni steroidei continua ad essere oggetto d’interesse per la ricerca scientifica e che ancora oggi continuano ad emergere nuovi dati sui complessi meccanismi di regolazione, genomici e non genomici, che controllano l’omeostasi ormonale nelle diverse fasi della vita. Il gruppo scientifico ha rilevato che sono disponibili metodi avanzati di analisi ad alta sensibilità e riproducibilità, che permettono di misurare i residui degli ormoni naturali e sintetici nei tessuti animali. Tuttavia, nei paesi che hanno autorizzato l’uso degli ormoni che stimolano la crescita (GPH) non sono stati condotti studi di sorveglianza per quantificare il volume e la natura dei residui nei tessuti commestibili dei bovini trattati con questo tipo di ormoni in condizioni pratiche. Attualmente i dati epidemiologici forniscono prove convincenti dell’esistenza di un nesso tra la quantità di carne rossa consumata e talune forme di tumori ormone-dipendenti. Non è noto tuttavia se i residui ormonali presenti nella carne concorrano a determinare questo rischio. Il gruppo CONTAM ha concluso che i nuovi dati disponibili non forniscono informazioni quantitative utili per la caratterizzazione del rischio e, pertanto, non raccomanda una revisione delle precedenti valutazioni del comitato scientifico riguardo alle misure veterinarie collegate con la sanità pubblica (SCVPH) (EC, 1999, 2000, 2002).