Il 15 giugno scorso è entrato in vigore il nuovo Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations – IHR) che aggiorna il vecchio, adottato nel 1951. Il regolamento sanitario internazionale stabilisce l’accordo fra l’Oms e i Paesi membri a investire nel controllo della diffusione di epidemie e altre emergenze di salute pubblica a livello mondiale, nella salvaguardia di viaggi, commercio ed economia in generale. In particolare, sono state stabilite anche le regole per minimizzare il rischio di diffusione delle malattie a livello di aeroporti, porti e frontiere. Agli Stati sarà richiesto di riportare tutti gli eventi che potrebbero trasformarsi in emergenze di salute pubblica di impatto internazionale, come quelli provocati da agenti chimici, materiali radioattivi e cibi contaminati. Inoltre, l’Oms ha sviluppato diversi sistemi di gestione delle emergenze di salute pubblica, ha istituito centri operativi ad hoc presso il quartiere generale di Ginevra e nei diversi uffici regionali presenti nel mondo e sta lavorando insieme ai suoi collaboratori per rafforzare la Rete globale di allerta e risposta alle epidemie (Global Outbreak Alert and Response Network, Goarn).La novità della revisione sta nel fatto che per la prima volta i Paesi sono concordi sul fatto che il modo più efficace per ridurre il rischio di diffusione a livello globale sia intervenire all’origine di queste minacce per la salute pubblica, e non solo entro i propri confini nazionali. Grazie al regolamento sarà quindi possibile non solo individuare e valutare più rapidamente eventuali emergenze di interesse internazionale, ma anche mettere in atto misure collettive per supportare i Paesi coinvolti nel contenere l’epidemia, nel prevenirne la diffusione e nel salvare vite umane. L’epidemia di Sars nel 2003 è stata un “campanello d’allarme” ha affermato il direttore generale dell’OMS, Margareth Chan. Sì è propagata molto più rapidamente del previsto.“Oggi – ha sottolineato - la più grande minaccia per la sicurezza sanitaria internazionale sarebbe una pandemia di influenza. Questa minaccia non è diminuita ma l’applicazione del Rsi ci aiuterà a meglio prepararci per far fronte a una eventuale pandemia”. (Fonte: Epicentro/Il Sole 24 Ore, Sanità)