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SPERIMENTAZIONE, ITALIA RIFERIMENTO PER LA UE

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Recentemente la Commissione europea ha avviato una consultazione che ha avuto un grande riscontro, ricevendo ben 46.655 risposte da tutti i Paesi membri. Il dato saliente è che la larga maggioranza dei cittadini che hanno partecipato alla consultazione ritiene che debbano esserci maggiori e migliori misure di garanzia. Ad esempio, il 93 per cento ritiene che l'Unione europea debba adottare misure per assicurare un maggiore livello di protezione degli animali utilizzati e il 79 per cento che non vi siano finanziamenti sufficienti per diffondere metodi di ricerca sostitutivi. I risultati della consultazione comunitaria sono utilizzati dall’On Benedetto Della Vedova che il 14 giugno presenterà la proposta di legge per la revisione della normativa nazionale. La proposta, che riprende i lavori della passata Legislatura e il contributo di ANMVI /SIVAL, “ è in grado dì essere un punto di riferimento avanzato per i lavori in corso a livello europeo”-, dice Della Vedova, che aggiunge: “si è partiti dall'evidenza che allo stato dei fatti l'Italia non può prescindere da una situazione internazionale dove l'utilizzo degli animali nella ricerca non è considerato una «eccezione» ma una «regola», in molti casi obbligatoriamente richiesta da normative internazionali per lo studio e per la commercializzazione di qualsiasi prodotto, farmaceutico e non, destinato all'uso umano e animale. In pratica, anche se il nostro Paese volesse, non è in grado da solo di modificare questo scenario di regole, né di «fuoriuscirne» unilateralmente.” Alla domanda sul livello di benessere degli animali utilizzati a fini sperimentali nell'Unione europea, il 74 per cento dei cittadini ha risposto che il livello è molto basso (50 per cento) o basso (24 per cento); quasi l'80 per cento ritiene che debbano essere oggetto di protezione anche i feti e gli embrioni. Indicativo, inoltre, è il fatto che il 75,6 per cento dei cittadini ritiene che l'elemento principale di cui si deve tenere conto quando si intendono utilizzare animali in un esperimento è il livello di stress e di sofferenza inflitto agli animali, prima e più dello scopo della ricerca (52,3 per cento). Il 78,6 per cento dei cittadini ritiene che condizioni di maggior benessere per gli animali non siano affatto di ostacolo alla ricerca e l'83,8 per cento è favorevole al fatto che debbano esserci dei limiti sull'uso di animali in base allo scopo della ricerca. L'Italia è al quarto posto su 25 Paesi come partecipazione a tale consultazione, avendo contribuito per oltre il 12 per cento dei responsi totali. “ . Questa riforma - dichiara Della Vedova- anticipa il percorso di revisione della direttiva 86/609/CEE e, per certi aspetti, risulta addirittura più innovativa, ad esempio per quanto concerne il divieto di utilizzo di animali nel settore della cosmesi che l'Unione europea ha previsto solo a decorrere dall'anno 2009”.