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AVIARIA, UE: ITALIANI IMPREPARATI

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Gli europei sono ben informati sull'influenza aviaria e hanno fiducia negli interventi presi dall'Europa e dai loro governi per combattere la malattia, ma le conoscenze sui rischi per la salute sono apparse in alcuni casi insufficienti. La pagella peggiore l'hanno ricevuta italiani, irlandesi, spagnoli e portoghesi. Al contrario francesi, tedeschi, danesi e belgi sono stati tra i primi della classe. E' quanto emerge da un sondaggio Eurobarometro effettuato dall'Ue presso 25.000 cittadini, tra il 27 marzo e il primo maggio scorso, in un momento cruciale della crisi dell'influenza aviaria in Europa, quando i consumi sono crollati per i timori di una diffusione del virus. L'Europa ha voluto un'indagine a tutto campo che ha coinvolto non soli i 25 stati membri, ma anche la Comunita' cipriota turca, i due paesi in via di adesione, Bulgaria e Romania, e i paesi candidati, Croazia e Turchia. Ai cittadini e' stato chiesto ad esempio: ''Il pollo contaminato rappresenta un rischio per la salute se e' ben cotto?''. O ancora, ''il virus dell'influenza aviaria puo' essere trasmesso da uomo a uomo?''. ''E' pericoloso mangiare la carne di pollo vaccinato contro l'influenza aviaria?''. ''La vaccinazione contro l'influenza stagionale e' efficace anche contro l'influenza aviaria?''. Insomma domande precise, a cui globalmente hanno dato risposte corrette un numero relativamente elevato di persone. Ma restano delle grosse lacune su informazioni essenziali. Ad esempio poco meno di un terzo degli europei interrogati (il 28%) ignora che l'influenza aviaria non puo' essere trasmessa tramite le uova o la carne di pollo quando questi alimenti sono ben cotti. Questa carenza nell'informazione ha certamente alimentato i timori di una diffusione del virus che nel momento di maggiore crisi si e' trasformato in vero panico. La conseguenza e' stata un crollo dei consumi di pollame e di uova che in Italia ha registrato la punta piu' elevata - meno il 70% -nel febbraio scorso, con la scoperta del virus in uccelli selvatici migratori, e tutta la filiera avicola sta ancora pagando conseguenze economiche e sociali gravissime. In Europa il virus e' stato individuato nei mesi scorsi in uccelli selvatici, in 14 stati membri: in ordine cronologico Grecia, Italia, Slovenia, Ungheria, Austria, Germania, Francia, Slovacchia, Svezia, Polonia, Danimarca, Repubblica Ceca, Regno Unito ed ora anche Spagna. Di questi, solo in cinque paesi (Italia esclusa) il virus si e' diffuso in qualche allevamento ma il sistema sanitario di intervento rapido europeo ha messo il tutto sotto controllo. Commentando i risultati dell'inchiesta, Markos Kyprianou, commissario europeo alla sanita', ha tenuto a sottolineare ''che una parte sostanziale degli europei ha delle idee sbagliate sulla natura e sugli effetti del virus''. Ad esempio, il 29% degli europei e' convinto che presenti un rischio mangiare della carne di pollo vaccinata contro l'influenza aviaria'', ma forse ancora piu' grave, e' che il 18% degli intervistati ha risposto ''che non era possibile essere contaminati dal virus toccando uccelli malati''. Al contrario il 74% era ben consapevole delle conseguenze. Kyprianou ne e' convinto: ''Di fronte ad un'eventuale ritorno dell'influenza aviaria questo inverno, bisogna raddoppiare gli sforzi per spiegare ai cittadini europei i rischi reali che incontrano, agire con fermezza, ma senza allarmare inutilmente la popolazione''. La crisi appena passata, ha sottolineato, dovrebbe essere stata un buon esempio per tutti. (ANSA).