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SARDEGNA, PIANO ERADICAZIONE PESTE SUINA

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Per contrastare l’epidemia di peste suina la Commissione Europea non ha stabilito nessun nuovo inasprimento delle sanzioni contro la Sardegna, ma invece definito nuove opportunità per i prodotti che, rispettando alcune caratteristiche di affidabilità igienico-sanitaria, provengono dagli allevamenti e dalle aziende della nostra isola.Il blocco delle esportazioni (riportato dai quotidiani di oggi con titoli come “Maialetti espulsi dall’Europa”, “Peste suina, maialetti vietati”, ) è in realtà già in vigore dal 1999 ed è stato semplicemente confermato. La novità è invece che per la prima volta la Commissione Europea, di concerto con la Regione, ha approvato un piano di eradicazione dell’epidemia, il cui decreto di attuazione è alla firma del Presidente della Regione Soru. Se nel Piano approvato da Bruxelles i divieti già esistenti per le aree ad alto rischio sono rimasti invariati, al contrario è stata scongiurata la temuta chiusura totale della Sardegna alla commercializzazione delle carni suine provenienti da zone non toccate dalla peste suina. Il Piano individua inoltre le modalità per esportare anche i suinetti da latte, finora proibita. Il nuovo Piano di eradicazione (i cui particolari verranno resi noti dopo la forma del decreto di attuazione) prevede, rispetto ai piani degli anni precedenti, misure di regolamentazione e controllo nel pascolo brado dei suini, ma anche misure di eradicazione della malattia dai suini selvatici e una nuova delimitazione della cosiddetta “area ad alto rischio” derivante dal cambiamento della situazione epidemologica. In Sardegna i primi casi di peste suina sono stati registrati addirittura nel 1975. Se ufficialmente l’epidemia è esplosa nel 1978, la limitazione alle esportazioni è scattata invece a partire dal 1999. Oggi i focolai di peste suina sono 35: undici nella Asl di Sassari (quattro a Pattada, tre a Bultei, tre a Mores, uno a Torralba), nove nella Asl di Olbia (tre a Sant’Antonio di Gallura, tre a Telti, due a Calangianus, uno a Luras), otto nella Asl di Nuoro (tre a Irgoli, due ad Aritzo, uno a Bitti, Desulo e Orani), sette in quella di Oristano (tre a Uras, due a Mogoro, uno a Marrubiu e uno a Terralba). Dal primo gennaio 2005 ad oggi i capi abbattuti sono stati 1673, di cui 153 nella Asl di Sassari, 3 in quella di Olbia, 131 nella Asl di Nuoro e 1386 in quella di Oristano. Il Comune più colpito è Mogoro, con ben 662 capi abbattuti. ( Ufficio Stampa Assessorato alla Sanità della Sardegna)