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NO ALL'IRAP PER I PICCOLI STUDI

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In Commissione bilancio del Senato dove è in discussione il decreto legge sulla competitività il relatore , Cosimo Izzo di Forza Italia, ha presentato un emendamento che escluderebbe dall'IRAP tutti i piccoli studi professionali e le imprese familiari. La proposta di Izzo prevede infatti l'esclusione dall'imposta delle attività di impresa e di lavoro autonomo organizzate prevalentemente con il lavoro proprio o dei familiari, o con il lavoro dei soci, a patto comunque che il numero complessivo delle persone addette ( esclusi gli apprendisti sino ad un massimo di tre e compreso il titolare o il lavoratore autonomo) non sia superiore a tre. In questo modo vengono finalmente individuati con chiarezza i requisiti organizzativi che possono giustificare la soggezione al tributo. Dopo la sentenza 156/01, con cui la Corte costituzionale aveva stabilito che l'imposta si applica agli studi dotati di autonoma organizzazione ( senza però specificare cosa si intendesse con questa espressione), si è innescata una giurisprudenza tributaria a dir poco contrastante che ha generato grande confusione. A questo punto l'emendamento potrebbe fare chiarezza definitiva sulla questione. (Italia Oggi, 13 aprile 2005)