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UE, L'IRAP E' INCOMPATIBILE CON L'EUROPA

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Secondo l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue, con l'istituzione dell'Irap il governo italiano ha violato il divieto di istituire imposte simili all'imposta sul valore aggiunto (divieto previsto dalla sesta direttiva Iva). Lo comunica la Corte del Lussemburgo in una nota. Le conclusione dell'avvocato generale non sono vincolanti per la Corte ma di regola anticipano la decisione finale. La causa è stata sollevata dalla Banca popolare di Cremona che ha portato il fisco italiano davanti al giudice europeo. Una tesi che il ministro delle Finanze, Domenico Siniscalco approva: "L'Irap è un'imposta malpensata,la modificheremo". La nuova imposizione, rivela Siniscalco, "sarà girata a favore della competitività, anticipando forse la sentenza Ue", con nuove norme che potrebbero entrare in vigore già dal prossimo anno. Per L'avvocato generale, dunque l'Irap presenta le caratteristiche sostanziali dell'Iva ed è colpita dal divieto sancito all'art. 33 della sesta direttiva, quindi incompatibile con il diritto comunitario. Se la sentenza della Corte accoglierà le indicazioni dell'Avvocato generale i singoli contribuenti avranno il diritto di ottenere il rimborso dell'Irap versata nei negli ultimi 48 mesi. Per le casse delle regioni e dell'erario si tratterebbe di un salasso superiore a 120 miliardi di euro. E proprio per evitare alle finanze pubbliche italiane "gravi rischi", l'avvocato generale chiede alla Corte "che siano limitati gli effetti della sentenza nel tempo". Tenendo presente l'esigenza della certezza del diritto, la Corte può eccezionalmente limitare la possibilità di far valere l'interpretazione contenuta in una sua sentenza per mettere in discussione rapporti giuridici instaurati in buona fede nel passato.(Repubblica.it)