Il “progetto aperto” a cui sta pensando il Ministro Castelli è presto detto: la legge di riforma degli ordini e delle professioni, presentata venerdì scorso ad una vasta platea professionale (CUP, oltre trenta ordini, CONFFPROFESSIONI, ADEPP, COLAP e Assoprofessioni) si farà emendando la Cavallaro Federici. Per farlo il Ministro ha precisato di non aver intenzione di dar seguito ad un “estenuante giro di trattative”. Raccoglierà le osservazioni dei mondi professionali e sottoporrà il suo contributo al Parlamento. Una serie di emendamenti agiranno sul testo unificato messo a punto dai relatori Cavallaro-Federici in Senato. Ciò che il Ministro riterrà di non recepire sarà questione di lobby fra le Camere e le rappresentanze delle professioni. “ Queste lobby- ha detto il Ministro- ben sanno come far sentire la propria voce nelle Aule parlamentari”. Castelli ritiene che il protrarsi delle trattative possa ritardare la riforma il cui varo è promesso entro la Legislatura.
Ottimista quindi il Ministro che affida ad un Parlamento congestionato una legge attesa da anni: le Camere hanno circa 80 giorni utili di attività prima della fine dell’attuale legislatura e ben 45 provvedimenti fermi da esaminare.
Prudenti invece i vertici degli ordini che si riservano di consultare la base.
