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SSR, RIORGANIZZAZIONE IN EMILIA ROMAGNA

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Progetto di legge sull´organizzazione del Servizio sanitario regionale dell'Emilia-Romagna. La proposta di legge della Giunta regionale che detta le norme generali sull´organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario dell´Emilia-Romagna, alla luce del nuovo titolo V della Costituzione, ha avuto quindi il via libera dalla Commissione "sanità e politiche sociali".
Tra le novità, la riaffermazione dell’esclusività del rapporto di lavoro dei medici e degli altri operatori del Servizio sanitario pubblico per assicurare il buon funzionamento dei servizi, prevenire conflitti di interesse, e la sua incompatibilità con l´esercizio della libera professione come titolo preferenziale per ricoprire incarichi di direzione, contro la norma recentemente approvata dal Governo.Tra le altre novità l´accresciuto ruolo di indirizzo e controllo degli Enti locali; il ruolo della Conferenza permanente tra Regione e Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, Parma; l´inalienabilità del patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie, contro qualsiasi ipotesi di privatizzazione della sanità pubblica.
Il progetto di legge si oppone anche ad una visione economicistica del Servizio sanitario regionale e ne ribadisce a più riprese le preminenti finalità sociali. Valorizza il contributo delle competenze professionali di tutti gli operatori del Servizio sanitario al governo delle Aziende sanitarie. A questo scopo, al collegio di direzione, composto dai dirigenti medici e delle altre professioni sanitarie nonché dai medici di medicina generale, viene attribuito il rango di organo aziendale, al pari del direttore generale. Viene inoltre istituito il collegio aziendale delle professioni sanitarie, di cui fanno parte rappresentanti di tutte le numerose professioni presenti nelle Aziende sanitarie.
Più poteri di controllo e di indirizzo agli Enti locali, riuniti nella Conferenza territoriale sociale e sanitaria e nel Comitato di Distretto, mentre vengono mantenuti in capo alle ASL i compiti i gestione. In particolare il progetto di legge prevede che la Conferenza territoriale si esprima sulla nomina dei direttori generali e nel caso di gravi mancanze possa dare inizio al processo di revoca.