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ONAOSI, D’ADDARIO RISPONDE ALL’ANMVI

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In risposta alla lettera con cui il Presidente dell’ANMVI, Paolo Bossi, chiedeva chiarimenti in ordine alle responsabilità della Federazione e del Comitato Centrale sulla vicenda ONAOSI, il Presidente Domenico D’Addario ha risposto con lettera dell’11 ottobre 2004. La riportiamo integralmente. LETTERA DEL PRESIDENTE FNOVI AL PRESIDENTE ANMVI- OGGETTO: FONDAZIONE ONAOSI – OBBLIGATORIETA' DELLA CONTRIBUZIONE - CONSIDERAZIONI.
"Nelle scorse settimane è pervenuta in Federazione una richiesta di chiarimenti in merito all’argomento indicato in oggetto ( Fondazione ONAOSI –Obbligatorietà della contribuzione-considerazioni, ndr) alla quale intendo dare riscontro a titolo personale nonchè in qualità di componente del Consiglio di Amministrazione ONAOSI. Non è mia intenzione tediare nessuno con un riepilogo dei fatti e delle circostanze che sottostanno a questa mia esternazione, ma è necessario puntualizzare alcuni passaggi per ottenere il risultato di esporre con chiarezza il mio pensiero e per ribadire, ammesso necessario, che la mia condotta non si è mai confusa, o artatamente adattata, con le mie personali convinzioni in nome e a seconda degli innumerevoli incarichi ufficiali da me ricoperti. Sono stato un contribuente obbligatorio della Fondazione dal 1954 al 1996 e fin dal 1994 sono membro del CdA. Durante questa lunga militanza non ho perso occasione per rendere pubblico il mio pieno e totale apprezzamento per l’opera meritoria posta in essere dalla Fondazione. In ragione della mia esperienza e dell’attività posta personalmente in essere nel tentativo di soddisfare le continue richieste di interessamento provenienti dai Colleghi di tutta Italia, ho maturato il convincimento che trattasi di una “Opera” di grande valore sociale. Per questa connotazione conquistata negli oltre cento anni di vita, il Ministro della Salute, Prof. Girolamo Sirchia, in occasione della Sua visita alle strutture della Fondazione – svoltasi il 15 dicembre 2001 per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2001-2002 – espresse apprezzamento per le attività dell’ONAOSI, manifestando pubblicamente la volontà di poter far beneficiare tutti i sanitari italiani attraverso una opportuna modifica dell’art. 1 della Legge n. 306 del Luglio 1901 ed anticipando la Sua volontà di adoperarsi affinché fosse recepito in occasione della discussione sulla Legge Finanziaria del 2003. Quando in data 23 ottobre 2002 mi venne richiesto di comunicare le mie riflessioni in argomento e di far conoscere, con cortese urgenza, la mia eventuale adesione alla descritta iniziativa – adesione peraltro già manifestata “a voce” così come tutti gli altri componenti del CdA – valutai non esserci i tempi per una convocazione del Comitato Centrale, raggiunsi telefonicamente alcuni Colleghi liberi professionisti (i Colleghi dipendenti erano già contribuenti della Fondazione e per loro non si sarebbe registrata alcuna modifica dello status quo). Fui memore delle innumerevoli volte in cui ero stato raggiunto dalle accorate richieste di Colleghi (componenti del CC e non) che si rivolgevano all’ONAOSI solo nel momento del bisogno per vedersi inevitabilmente negare le prestazioni e che mi coinvolgevano fiduciosi che io potessi trovare una soluzione. Non certamente per un atto caritatevole e clientelare, ma per la meritoria attività che ha consentito, in oltre 100 anni di vita, di assicurare un futuro a decine di migliaia di orfani di Colleghi, riscontrai la lettera pervenutami dall’ONAOSI esprimendo un parere favorevole alla previsione della contribuzione obbligatoria alla Fondazione, anche in considerazione delle aumentate prestazioni, estese al sanitario alla famiglia ed ai figli, fermamente convinto che l’intera Categoria non avrebbe avuto niente da ridire circa l’introduzione di questo contributo anche alla luce delle sempre più numerose richieste che pervenivano alla Fondazione, anche a mezzo della mia persona. Valutai come positivo il rafforzamento della tutela previdenziale ed assistenziale che ne sarebbe conseguita e con l’occasione sostenni fortemente la necessità di prevedere in capo al CdA della Fondazione il potere di regolamentare la misura e le modalità del contributo obbligatorio e suggerii l’opportunità di rivedere adeguatamente dette quote contributive alla luce della allargata base dei contribuenti. Fatte queste doverose considerazioni, entro nel merito di quanto deliberato dal Consiglio Direttivo dell’ANMVI per precisarTi che sono sorpreso che solo in data 23 settembre u.s. si arrivi alla determinazione di chiedere al Comitato Centrale della FNOVI delucidazioni circa il suo concreto coinvolgimento nell’iniziativa dell’ONAOSI. In nessuna sede e circostanza ho mai fatto mistero del mio personale coinvolgimento nelle attività della Fondazione, né ho mai ricevuto appunti sul mio operato nei successivi incontri che si sono realizzati a cura della Federazione. Penso immediatamente al Consiglio Nazionale dell’aprile del 2003 in occasione del quale ho dato lettura della mia relazione – approvata all’unanimità – nella quale, fra le altre, riferivo in ordine alla recenti vicende della Fondazioni e già illustravo le quote che il CdA dell’ONAOSI aveva individuato con proprio regolamento, e che sarebbero state applicabili solo dopo esaurito l’iter di emanazione di cui al D. Lgs. n. 509/94 del regolamento stesso, attraverso l’acquisizione dell’approvazione da parte dei Ministeri vigilanti. Il tutto è riportato da “Il Progresso Veterinario” Organo Ufficiale della FNOVI. Anche in occasione del Consiglio Nazionale Straordinario del 16 gennaio 2004 si è tornati in argomento per ulteriormente illustrare ai Presidenti Provinciali presenti – ricordo la Tua presenza nella veste istituzionale di Presidente dell’ANMVI – l’obbligatorietà della contribuzione ONAOSI in capo a tutti i sanitari iscritti agli Ordini. In merito alla “contribuzione ONAOSI” si chiese – come è poi avvenuto in seguito – che la Fondazione curasse l’invio direttamente a tutti i Sanitari di una informativa in argomento. In occasione del citato Consiglio Nazionale Straordinario dal titolo “Nuovi orizzonti formativi e nuove ipotesi normative al vaglio di una professione che cambia”, fra i vari relatori invitati, intervenne il Dott. Federico Spinoso, altro componente del CdA dell’ONAOSI, il quale illustrò l’attività della Fondazione ed offrì la propria disponibilità a recarsi presso le sedi degli Ordini Provinciali ( così come è concretamente accaduto), e senza alcun aggravio di spese a loro carico, al fine di illustrare e far conoscere gli scopi e le finalità della Fondazione nonché la vasta gamma di prestazioni. In quella data il Ministro della Salute in persona ci fece onore della Sua presenza. Quale migliore occasione per chiedergli spiegazioni, quale rappresentante della maggioranza al Governo e quale maggiore artefice, dell’emendamento “blindato” introdotto con la Legge Finanziaria del 2003? Forse la protesta di oggi trova origine nella necessità di voler dar voce ad una tardiva reazione che appare provocata solo dall’aver ricevuto i bollettini di pagamento del contributo ONAOSI così come definito dal Regolamento di riscossione, dopo aver ignorato le precedenti comunicazioni della Fondazione (la prima è del 18 febbraio 2004). Da nessuna parte ho udito mettersi in discussione il significato dell’Opera, né le meritorie attività che svolge per gli orfani dei sanitari: il malcontento della Categoria è in riferimento ad un importo che viene considerato un “oneroso balzello” a carico della professione veterinaria e ciò anche se è stato in più sedi garantito che le suddette cifre non subiranno revisioni verso l'alto, anzi la Fondazione ha avuto modo già di comunicare, anche nell'informativa ai contribuenti, che nel giugno u.s. il CdA ha ridotto il contributo per il quinquennio 2005-2009 ed ha introdotto, sulla base di sollecitazioni che sono state ritenute eque e fondate, ulteriori riduzioni per coloro che hanno redditi particolarmente bassi. Il Comitato Centrale della Federazione, in occasione dell’ultima riunione svoltasi lo scorso 25 settembre, ha trattato – quale punto all’odg – l’obbligatorietà della contribuzione all’ONAOSI, estesa a tutti i sanitari inscritti agli Ordini dalla Legge Finanziari 2003 (Legge n. 289 del 31 dicembre 2002). Il CC ha riconosciuto l’opera che l’ONAOSI assolve a tutela dei sanitari e delle loro famiglie ed ha convenuto come la Fondazione rappresenti un fulgido esempio di solidarietà, invidiato in campo nazionale dalle altre professioni e dagli stessi sanitari di tutta Europa. In proposito, nel corso della seduta sono stati ricordati i “tristi momenti”, anche recenti, di tanti nostri Colleghi per i quali la Fondazione si è trovata a dover gestire – con troppa frequenza – situazioni pietose di famiglie i cui orfani di genitori sanitari non contribuenti ONAOSI, o figli disabili, non potevano usufruire dell’assistenza. Ciò nonostante, la Federazione non è rimasta insensibile alla contestazione proveniente dalla “base”, specialmente dai liberi professionisti, dai Colleghi giovani non sposati o che non hanno figli, i quali ritengono tale forma ingiusta nel suo essere coercitiva, pur riconoscendone le evidenti connotazioni di iniziativa di solidarietà. Per questi motivi il Comitato Centrale ha deliberato – a maggioranza – di dare incarico ai propri legali per avviare opportune iniziative nelle sedi competenti contro l’obbligatorietà della contribuzione ONAOSI. Il CC ha deciso, inoltre, di richiedere all’ONAOSI, al fine di venire incontro ai giovani colleghi – stante la nota crisi occupazionale – che si trovano in condizioni economiche precarie, finché sarà operativa l’obbligatorietà della contribuzione, che gli importi stessi vengano stabiliti in collaborazione con i rappresentanti della professione, prevedendo una riduzione delle aliquote per le fasce economicamente più deboli e per i pensionati. Confidando di essere stato sufficientemente esaustivo, esprimo la mia fiducia nella capacità della Categoria di ritrovare la coesione e la sinergia necessaria per superare raggiungere gli obiettivi prefissati. Restando a Tua disposizione, anche per ulteriori chiarimenti che Tu ritenessi necessari, Ti saluto con viva cordialità". Domenico D’Addario