• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31429

DIPENDENTI: LE CIFRE DELLA VETERINARIA

Immagine
Appuntamento il 3 dicembre a Roma per gli «Stati generali della Sanità». Nel mirino la Finanziaria 2004 che tiene stretti i cordoni della borsa per il Ssn e la riforma delle pensioni, anzitutto. Ma la grande paura è anche quella di un nuovo contratto che non arriva. E di regole per la riforma del rapporto di lavoro che non prendono forma. Ben 42 sindacati della dirigenza sanitaria hanno deciso di fare fronte comune. Il cahier de doléances è contenuto in un documento unitario sottoscritto due settimane fa. Prima grande imputata è la manovra 2004. Perché «non prevede investimenti adeguati» per assicurare i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio. Perché «riduce ulteriormente i trasferimenti finanziari agli enti locali». Ma anche perché «sottostima il finanziamento del rinnovo contrattuale della dirigenza medica e sanitaria per il biennio 2002-2003 e non interviene con previsioni specifiche e credibili relativamente al secondo biennio economico (2004-2005)». La riforma previdenziale non piace davvero di più ai dirigenti in camice bianco. A loro avviso, l'emendamento del Governo alla delega discrimina tra lavoratori pubblici e privati perché distingue in materia di incentivi e rende invece omogeneo il sistema di calcolo della pensione. Le critiche diventano ancora più pungenti quando si entra nel vivo degli argomenti "cari" alla categoria. In primis, il rinnovo del contratto (l'attuale è scaduto nel 2001). L'ira delle 42 sigle si scatena per ora contro la direttiva del comitato di settore all'Aran. Definita «inaccettabile», perché peggiorativa e inadeguata ad assicurare almeno l'invarianza del potere d'acquisto delle retribuzioni. Impossibile un «confronto costruttivo», quindi, se l'atto di indirizzo non sarà sostanzialmente modificato. Quanto alle cifre i veterinari sono in tutto 5.677, di cui 4.950 uomini e 727 donne. In esclusiva il 96,65 % del loro totale. I medici e i veterinari mettono sul tavolo delle trattative incrementi a regime pari al 5,66%, a fronte di un monte salari che attualmente è di 6.705,63 milioni di euro. ( fonte Il Sole 24 Ore, 17/11/2003)