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NELL’ALBO CON ONORE NON PER OBBLIGO

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Tutte le professioni sanitarie, sia quelle esistenti che quelle di nuova configurazione, dovranno essere organizzate in ordini e albi. Questo per arginare il fenomeno dell'abusivismo e per favorire il controllo sulle prestazioni. E' questo in sostanza quanto prevede la legge sulle professioni sanitarie, attualmente in discussione in commissione Sanita' del Senato. Il ddl, “Istituzione degli ordini professionali per le professioni della sanità”, è stato presentato dal presidente della commissione Antonio Tomassini (Fi). “In una visione attenta alle problematiche professionali che emergeranno in futuro per lo sviluppo di nuove esigenze dei vari settori-spiega Tomassini-, in particolare ovviamente per quello della sanità, occorre considerare positivamente il percorso di completamento della istituzione degli ordini per le professioni sanitarie che la Commissione sanità del Senato vuole affrontare nei prossimi mesi. Le professioni senza ordine professionale sono, infatti, disponibili all’istituzione di ordini per area, quindi due ordini nella sostanza, aggregando in albi separati le stesse. Non dimentichiamo – aggiunge Tomassini- che nel campo della Sanità molti soggetti operano abusivamente, in modo assolutamente incontrollato e probabilmente incontrollabile. ''In quanto all'obligatorieta' di iscriversi all'ordine - ha concluso Tomassini - penso che nell'ambito di questa valutazione il limite sia quello di voler ancora intendere un ordine cosi' come e' fatto ora e cioe' poco piu' che una rappresentanza sindacale, noi invece vogliamo un ordine che rispetti soprattutto gli obiettivi deontologici, che accrediti, che sia una cosa alla quale si vuole aderire quasi con onore e non per obbligo''. Attualmente, come si legge nell'introduzione al testo, la popolazione delle professioni sanitarie e' di circa un milione di persone. Tra questi 980mila sono iscritti a ordini o federazioni, solo il 14% dei professionisti della salute e' fuori dal sistema. (ANSA).