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CANI DA EST, INTERROGAZIONE A SIRCHIA

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Ogni anno dall'est europeo, secondo stime approssimative, entrano nel nostro Paese fino a 50mila cuccioli di cani, per un giro d'affari, nei soli primi tre mesi di quest'anno, pari a un milione e 400mila euro. A sostenerlo e' Luigino Vascon, capogruppo in commissione agricoltura della Lega Nord che ha presentato una interrogazione al ministro della Salute Girolamo Sirchia chiedendogli quali misure intende adottare affinche', alle frontiere, sia garantito l'effettivo rispetto delle regole sull'importazione di cani e sia definitivamente impedito il commercio degli animali che non rispondono ai requisiti sanitari prescritti per legge. Oltre a sottolineare ''le condizioni disumane alle quali sono sottoposti gli animali, trasportati in spazi irrisori, senza acqua ne' cibo'', l'esponente della Lega Nord rileva pure il fatto che ''i cuccioli che riescono ad arrivare vivi alla meta portano con se' numerose malattie infettive, come il cimurro, la gastroenterite, o la rogna, nascoste sapientemente dai trafficanti che iniettano ai cani farmaci contenenti gammaglobuline per ritardare gli effetti di eventuali patologie in corso. In queste condizioni i cani sono smerciati in occasione di fiere o di mercati a prezzi molto bassi, compromettendo cosi' anche l'attivita' degli onesti allevatori italiani''. ''Inoltre, i rari certificati che accompagnano gli animali - prosegue Vascon - vengono sistematicamente falsificati nel Paese d'origine. A Sirchia chiedo per quali ragioni non si ferma questo commercio illegale, nonostante le numerose denunce, pervenute negli anni, non solo dalle associazioni animaliste ma anche da migliaia di privati cittadini''. Sul problema l’ANMVI aveva interessato il Ministro ricevendo a giugno risposte parziali in merito ad “accordi con i principali Paesi dell’est europeo, esportatori di cani e gatti” e richiami alle “amministrazioni regionali relativamente alle attività di controllo presso i luoghi di destinazione, nonché di vigilanza veterinaria sulle strutture che detengono cani a scopo commerciale”. Dati i gravi problemi sanitari che l’importazione di cuccioli dai Paesi extra UE sta creando nella popolazione canina, l’ANMVI suggeriva l’innalzamento del limite di età dei cuccioli oggetto di transazione a 3 mesi. I cuccioli vengono attualmente commercializzati in età tenerissima, dai 40 ai 50 giorni, senza alcun rispetto delle più elementari norme di allevamento e di socializzazione. A questa proposta, il Ministro ha risposto che “ eventuali riformulazioni della disciplina vigente non potranno che essere assunte a livello comunitario tramite modifiche della direttiva 92/65 CEE”. La Direttiva è stata recepita con il Decreto Legislativo 12 novembre 1996, n. 633, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 18 dicembre 1996