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ALIMENTI OGM E SPERIMENTAZIONI

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“Una delle maggiori preoccupazioni dell’opinione pubblica in merito all’utilizzazione degli alimenti Ogm è rappresentata dall’assenza d’informazioni adeguate sui possibili rischi sanitari, nutrizionali e ambientali che ne possono derivare”. Questa la premessa di un articolo del Prof. Agostino Macrì* pubblicato su Italia Oggi, dal titolo Alimenti Ogm, niente è lasciato al caso, teso a ricostruire le verifiche e le fasi di autorizzazione alla commercializzazione e utilizzazione dei prodotti alimentari, con particolare riferimento agli alimenti Ogm. “La procedura seguita per la registrazione degli Ogm – spiega Macrì- è la stessa di quella adottata per i farmaci, gli additivi alimentari, i vaccini, ecc; ovvero le aziende che intendono commercializzare un prodotto debbono dimostrarne l’efficacia e la sicurezza mediante studi scientifici preliminari". Quanto ai dubbi sulla presunta inattendibilità delle ricerche condotte dalle aziende interessate alla vendita dei prodotti, Agostino Macrì precisa che “nulla è lasciato al caso. Le autorità sanitarie, che debbono decidere sulla possibilità o meno della utilizzazione pratica dei singoli prodotti o sostanze, stabiliscono le regole e i criteri con cui condurre le sperimentazioni, stabiliscono inoltre le caratteristiche delle strutture dove le stesse sperimentazioni debbono essere condotte, le modalità con cui debbono essere preparate le documentazioni scientifiche e, alle volte, anche le modalità di valutazione dei dati da parte delle commissioni scientifiche di esperti indipendenti”. La conclusione dell’articolo è dunque garantista: “Le valutazioni da parte di comitati scientifici degli USA, dell’UE e anche italiani, sono state molto complesse e hanno richiesto l’approfondimento di molti aspetti non completamente chiariti e hanno anche richiesto sperimentazioni supplementari. Al termine di tutti gli esami i comitati scientifici si sono espressi favorevolmente all’impiego di OGM in alimentazione umana ed animale e sulla base di questi pareri le autorità sanitarie di alcuni paesi ne hanno consentito l’impiego non ravvisando pericoli significativi per i consumatori”. ( da Italia Oggi, 29 luglio 2003) * responsabile dipartimento di sanità alimentare e animale dell’Istituto Superiore di Sanità