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RANDAGISMO, MANCUSO: E' UN BUSINESS

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Una delegazione di deputati formata dagli Onorevoli Gianni Mancuso e Giulio Schmidt, rappresentanti l’Intergruppo Animalista che raccoglie 64 parlamentari di tutti i gruppi si è recata nei giorni scorsi in visita ad un canile di Brindisi, noto alle cronache nazionali per l’arresto del suo proprietario con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode. La visita al canile, “simbolo dello sfruttamento del fenomeno del randagismo” - come si legge nella nota parlamentare dell’On Mancuso- è stata voluta per “denunciare le gravi condizioni in cui versano i cani e la totale inapplicazione della legge 281/91 per la tutela degli animali domestici. Per il deputato novarese “questa drammatica vicenda è la conferma che in tanti casi la gestione di un canile è per il proprietario solo una questione di business” e aggiunge: “i canili sono un mezzo e non possono diventare un fine”. Mancuso sottolinea “la distorsione dell’applicazione della L.281/91 da parte di molte amministrazionei locali italiane, che in 12 anni dall’approvazione hanno permesso il dilagare del fenomeno e la nascita del business del randagismo ( 860.000 i randagi detenuti nei canili e 1,3 milioni i gatti senza casa)”. I parlamentare si appella ai Colleghi Senatori: “E’ necessaria una rapida approvazione del DDL che istituisce due nuovi titoli del Codice Penale contro il reato di maltrattamento ed uccisione di animali, prevedendo un forte inasprimento delle pene per chi abbandona il proprio animale, fenomeno che in Italia coinvolge 150.000 animali l’anno”. Secondo Gianni Mancuso “ è indispensabile dare priorità alla introduzione del microchip come sistema unico per identificare i cani quale momento di prevenzione del fenomeno del randagismo.”