Rintracciate nel suolo, nei depuratori, nei fiumi e nell’acqua potabile tracce di farmaci. La Commissione Europea lancia l’allarme: la loro diffusione può incrementare la nascita di batteri resistenti alle medicine, si potrebbero causare effetti nocivi sull’uomo e danni per l’ecosistema. Le tre ricerche che hanno coinvolto 13 Paesi europei hanno rilevato che una grossa quantità di antibiotici assunti da uomini e animali non viene assimilata ma finisce nell’ambiente, dove viene lentamente degradata. Anche in Italia, come nel resto dei paesi europei la situazione è rischio, perché non esiste ancora una legge che obblighi la misurazione della concentrazione di antibatterici o di molecole di origine farmaceutica. Roberto Andreozzi, coordinatore del progetto e professore del Dipartimento di ingegneria chimica dell’Università di Napoli spiega “la situazione in Italia è perfettamente identica agli altri Paesi analizzati: Grecia, Francia, Svezia. La differenza è solo nel tipo di farmaci che magari non sono approvati ovunque”.
Il direttore del programma ambiente della Commissione – Christian Paterman ha evidenziato che dei farmaci, tranne per quelli ad uso veterinario preventivo e per favorire la crescita che dal 2006 dovranno essere aboliti in tutta Europa, non se ne può fare a meno.
Dalle ricerche si è anche studiato il modo per eliminare gli antibiotici dall’ambiente, ma gli strumenti da utilizzare implicano un aumento del 4% dei costi dell’acqua in Italia, senza aver ancora dimostrato i danni effettivi che si provocherebbero a uomo ed ecosistema(IlSole24Ore)