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SI’ AL FEDERALISMO DELLE PROFESSIONI

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Sono due le maggiori novità dell’accordo raggiunto la scorsa settimana dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni in materia di libere professioni: prevedere per gli Ordini un livello organizzativo regionale e istituire un registro delle professioni non riconosciute. Nel testo di legge regionale approvato dalla Conferenza su proposta dell’assessore toscano alle libere professioni Carla Guidi (Disciplina e principi fondamentali in materia di libere professioni), si punta a definire la competenza normativa delle regioni in materia di libere professioni, dando spazio- per quanto concerne le professioni “ordinate”- agli ambiti regolamentari della deontologia, delle modalità di accesso e delle tariffe e della disciplina degli ordini. In particolare, si suggerisce l’introduzione di un livello organizzativo intermedio fra i Consigli provinciali e nazionali degli Ordini, prevedendo aggregazioni regionali, sul modello delle federazioni regionali degli albi. Per quanto riguarda le professioni non riconosciute, le regioni aspirano alla compilazione di registri nonché al controllo della qualità delle loro prestazioni. La Conferenza va dritto per la sua strada malgrado il nuovo titolo V della Costituzione che, secondo il Ministro per gli Affari Regionali La Loggia, farà sparire la legislazione concorrente fra Stato e Regioni anche in materia di professioni. In merito l’assessore Guidi ha dichiarato: “Passerà ancora del tempo prima che il ddl La Loggia possa divenire operativo”. (fonte: Italia Oggi, 20 giugno 2003) Intanto la presidenza CUP si mostra cauta, ma nell’attesa di esaminare la proposta di legge sostiene la riforma Vietti.