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PIU’ LIBERE LE PROFESSIONI NELLA UE

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La Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea ha invitato le associazioni professionali di tutti i Paesi Membri a presentare, entro il 15 giugno, osservazioni e commenti sull’attuale regolamentazione delle professioni liberali in Europa e sui suoi effetti sul mercato europeo dei servizi professionali. Si legge nel documento proposto dalla Direzione Generale della Concorrenza che i capi di stato e di governo della UE intendono “trasformare, entro il 2010 l’economia dell’Unione Europea nella più dinamica e competitiva economia basata sulla conoscenza”. Nel perseguire questo obiettivo “si è spesso riconosciuto che il livello di regolamentazione delle professioni liberali non è in linea con gli sviluppi economici e con il progresso tecnico”. Ne consegue, secondo l’analisi della Direzione Generale della Concorrenza che “ i diritti esclusivi e le restrizioni alla libera concorrenza dovrebbero essere limitati allo stretto minimo indispensabile”. Inoltre, analizzando l’”indice di regolamentazione” all’interno dei Paesi membri, la Direzione auspica di arrivare in tempi brevi ad una migliore armonizzazione del grado di liberalità delle professioni intellettuali d’Europa ( i paesi con il più alto livello di regolamentazione delle professioni intellettuali sono Austria, Italia, Lussemburgo, Germania e Grecia). Le associazioni professionali sono state invitate, in particolare, a presentare osservazioni su dieci disposizioni regolamentari e ad indicare per ognuna se si ritenga che tutelino o ledano gli interessi dei professionisti. Le disposizioni da valutare sono: 1) prezzi fissi obbligatori 2) prezzi raccomandati o tariffe minime raccomandate 3) divieto di fissare il prezzo del servizio in funzione del risultato della prestazione 4) restrizioni territoriali all’esercizio dell’attività 5) disposizioni sul numero e sul tipo di clienti 6) disposizioni sulla pubblicità 7) disposizioni sulle forme di società che i professionisti sono autorizzati a costituire 8) disposizioni sull’accesso alla professione, ivi compreso il sistema degli sponsor 10) acquisto di un servizio condizionato all’acquisto di un altro. Attraverso CONSILP-Conf-Professioni, l’ANMVI ha inoltrato un parere che, in sintesi, sostiene la necessità di rendere più competitive, e quindi meno regolamentate, le professioni intellettuali ed al tempo stesso incoraggia il principio della “regolamentazione di qualità”: il livello qualitativo di prestazioni e servizi professionali non deve essere pregiudicato da logiche di puro mercato. Una riserva, quest’ultima, alla quale le professioni sanitarie non possono rinunciare. Sono state giudicate negativamente le disposizioni che impongono prezzi fissi ( 1) il divieto di fissare il prezzo del servizio in funzione del risultato (2) le restrizioni territoriali (3) le disposizioni sul numero e sul tipo dei clienti (5) e l’acquisto di un servizio condizionato all’acquisto di un altro (6). Il parametro proposto dall’ANMVI alla Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione Europea per valutare l’impatto sulle professioni sanitarie delle vigenti disposizioni regolamentari è la Legge 5 febbraio 1992, n. 175, ovvero la legge sulla pubblicità sanitaria, una legge che presenta evidenti anacronismi rispetto al progresso tecnologico e non rispondente allo spirito della Direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico recepita da alcuni giorni dal nostro Paese.