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CANI MORSICATORI: L’APPROCCIO DEGLI USA

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Quello dei cani pericolosi è un argomento controverso anche negli Stati Uniti dove si stima che ogni anno 4,7 milioni di persone sono vittime di aggressioni canine. Nella maggior parte dei casi le morsicature richiedono cure mediche e riguardano bambini. Per il National Center for Disease Control and Prevention una dozzina di persone muore ogni anno per aggressione canina. Le associazioni mediche statunitensi e l’AVMA ( American Veterinary Medical Association) considerano i morsi dei cani una minaccia pubblica e hanno allo studio misure preventive e di intervento sul fenomeno. Ma le compagnie assicurative hanno già iniziato ad adottare drastiche misure contro i proprietari di cani di grossa taglia, negando loro le coperture. Le razze che sono state inviduate come maggiormente responsabili di aggressioni e quindi di rialzo delle richieste di risarcimento sono Pit bull, Rottweilers, Doberman Pinschers, Chow Chows, Akitas, Siberian Huskies, and German Shepherd Dogs, e in alcuni casi il Dalmata e il Boxer. Alle rimostranze dei proprietari e dell’AVMA le assicurazioni si difendono e sostengono che ormai le aggressioni canine rappresentano più di un terzo delle richieste di risarcimento globali avanzate nei confronti di cittadini proprietari di cani. L’AVMA, l’American Kennel Club e svariate associazioni animaliste ribattono che la discriminazione delle razze non ha fondamento scientifico e non rappresenta la vera soluzione del problema. Bonnie V. Beaver, membro del Direttivo AVMA e comportamentalista protesta: “ I dati in nostro possesso non sono accurati e sono incompleti. La maggior parte dei cani statunitensi sono “ bravi cani cittadini”. La posizione ufficiale dell’AVMA considera tutti i cani, indipendentemente dalla razza e dalla taglia potenzialmente morsicatori se provocati. Anche per gli esperti statunitensi il fenomeno va ricondotto all’educazione del proprietario: la vera strategia d’intervento sta nel lavorare sulle sue responsabilità. E sempre l’AVMA mette in guardia i medici veterinari dal prestare consulenze per finalità assicurative: “E’ un rischio per veterinari”- ha dichiarato Bonnie V. Beaver,spiegando che ci sono molte situazioni in cui un cane può sviluppare un comportamento aggressivo e che i test sul temperamento possono sviare dalle reali possibilità d’aggressione. Ai veterinari si raccomanda quindi di parlare con i clienti che hanno visto il proprio cane discriminato spiegando loro che l’AVMA lavora con gli allevatori per dissuadere le compagnie assicurative dal basarsi su erronei pregiudizi di razza. Negli Stati Uniti molti veterinari hanno appoggiato il Canine Good Citizen program che, elaborato dalle associazioni degli allevatori, prevede il rilascio di un certificato che attesta la responsabilità del proprietario e il suo impegno a garantire la buona educazione del suo cane.