• Utenti 12
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31564

MANCUSO RELATORE SULLA PET THERAPY

Immagine
Ricordando le antiche origini dell'uso terapeutico degli animali, l’On. Gianni MANCUSO, relatore ieri in Commissione Affari Sociali della proposta di legge Norme a favore della sperimentazione dell'utilizzo di animali a fini terapeutici attraverso il rapporto intersoggettivo e coterapeutico tra l'uomo e l'animaleha richiamato l'Accordo Stato-Regioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy, recepito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri il 28 febbraio scorso. Presentando il testo in questione ( Ruzzante C. 1753 a cui è abbinata la proposta Castellani C. 1871 tesa a definire l'ambito di applicazione della pet therapy), l’On Mancuso ha sottolineato il ruolo del medico veterinario. Nella pet-therapy--ha spiegato Mancuso - l'attività svolta dal «terapeuta animale» nei confronti del «paziente uomo» è molto complessa ed il suo funzionamento richiede contributi provenienti da diverse discipline. Per questo motivo, ogni esperienza di pet-therapy è il risultato di un lavoro sviluppato da un team interdisciplinare composto da numerose figure professionali che interagiscono sul campo ciascuna con il proprio specifico ruolo, ma in modo complementare. I membri del gruppo di lavoro partecipano direttamente sia alla progettazione e alla valutazione dei programmi, sia allo svolgimento della attività e delle terapie in qualità di operatori. È loro compito, avvalendosi naturalmente della consulenza degli altri professionisti, valutare e indicare le modalità secondo cui impiegare gli animali. Qualora i pazienti presentino handicap fisici, è necessario anche il supporto del terapista della riabilitazione. Fondamentale, nel caso della pet-therapy, è poi il ruolo del veterinario che collabora con il gruppo di lavoro, al quale è richiesta una specifica formazione nel settore: deve, innanzitutto, selezionare l'animale più adatto al tipo di terapia da attuare, poi sorvegliarne in modo costante ed accurato lo stato di salute, non solo fisico ma anche psicologico. Gli animali sono sottoposti a controlli periodici con particolare attenzione a segni clinici relativi a zoonosi (specie parassitosi e micosi) che, essendo trasmissibili all'uomo, potrebbero compromettere la pet-therapy. Infine, il veterinario deve verificare nel corso del tempo come il co-terapeuta sopporti il lavoro intrapreso. In ogni caso, gli animali che manifestino sintomi di malattia o segni di malessere vengono esclusi dal programma di pet-therapy avviato.