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BOCCIATE LE DIAGNOSI TELEFONICHE

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La sentenza 9279/03 della Cassazione penale affida nuovi elementi alla la giurisprudenza in materia di responsabilità dei medici. I punti di interesse di questa lunga sentenza sono due: le consulenze specialistiche telefoniche e il dubbio diagnostico. La Cassazione boccia le prime, ribadendo che questa prassi non può essere accettata per gli evidenti limiti e rischi che presenta e ricordando che il medico che basa le sue valutazioni su diagnosi telefoniche esprime negligenza e imprudenza. La Cassazione ribadisce inoltre il corretto comportamento che deve avere il medico in caso di " dubbio diagnostico". Il dubbio, infatti, secondo i giudici :" deve indurre ad utilizzare gli strumenti diagnostici necessari per risolverlo e la gravità della patologia ( o la gravità delle conseguenze del mancato suo accertamento ) non può che accentuare questo obbligo estendendolo anche alla necessità di indagare sulle ipotesi patologiche più remote. E il medico che venga meno a questi obblighi non può non essere considearto in colpa." ( Il Sole-24 Ore, 5 marzo 2003 )