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CLONATE NOVE MUCCHE BIOTECH

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La AgResearch di Hamilton, in Nuova Zelanda, ha condotto un esperimento basato sulla modificazione genetica e alla successiva clonazione di nove mucche bioetech. Lo scopo è ricavarne un latte più ricco di caseina che si trasformerà in formaggio in tempi notevolmente ridotti rispetto a quelli standard. In arrivo dunque nuovi prodotti alimentari transgenici dal mondo animale. Finora gli studi si erano concentrati su mucche biotech utili solo all’industria farmaceutica come fabbriche di latte terapeutico, arricchito cioè di sostanze curative come fattori di coagulazione. La creazione delle mucche viene descritta sul numero di febbraio di Nature Biotechnology ( non ancora disponibile nella versione online) ed è firmata da ricercatori stimati, fra cui David Wells del Centro di Hamilton. Alcune linee cellulari dell’animale adulto sono state coltivate, il loro patrimonio genetico è stato modificato trasferendo nel nucleo un numero di coppie dei geni deputati alla produzione di due sostanze fondamentali per i latticini, beta caseina e kappa caseina. Il nucleo di queste cellule modificate è stato inserito in un ovocita svuotato a sua volta del nucleo. Gli embrioni così ottenuti sono stati trasferiti nell’utero di alcune mucche. Sono nati 11 vitelli transgenici, da 9 dei quali sarà possibile mungere latte con percentuali superiori al normale (8-20% in più) di caseina, la proteina-regina del latte vaccino. Ne deriverebbero formaggi dai tempi di maturazione più veloci. Perplesso Lino Loi, il ricercatore dell’Università di Teramo che ha clonato un muflone sardo, ribattezzato Ombretta, poi morto, per salvaguardarlo dall’estinzione della specie: «Personalmente non condivido queste linee di sperimentazione. Creare del transgenico per migliorare le qualità organolettiche non è una necessità. Nel caso specifico si potrebbe utilizzare meno latte ma non ne vedo il vantaggio visto che abbiamo produzione in eccedenza». Loi è convinto inoltre che il consumatore avrebbe nei riguardi del formaggio Ogm la stessa diffidenza che prova per i prodotti che gli vengono offerti dal mercato ortofrutticolo: «A me convince di più l’idea di ottenere qualcosa di utile per la salute». Dopo la morte di Ombretta il progetto di clonazione a Teramo è tornato alla fase della ricerca di base.