L’assessore dell’Emilia Romagna Giovanni Bissoni ha risposto in Consiglio regionale ad un’interrogazione di Gianni Varani (FI) sul problema dell'anagrafe bovina. Il consigliere poneva una serie di questioni: perché la Giunta abbia rinunciato ad un sistema autonomo di raccolta dei dati, a differenza di altre Regioni; quali costi debbano sopportare le Ausl per ridisegnare i software necessari a dialogare con banca dati centrale di Teramo e per quanti mesi il sistema informatico dell'anagrafe sarà bloccato o inceppato; quali oneri sono stati sostenuti in passato da allevatori e Ausl in base alle disposizioni regionali; a quanto ammontano le spese della Regione per le consulenze sull'anagrafe bovina.
“Le nuove soluzioni tecniche e le procedure, per la gestione di tutti gli elementi che compongono l’anagrafe bovina, sono state impostate per permettere, al detentore e al responsabile del macello, di mantenere aggiornati i dati di pertinenza con il massimo livello di qualità in banca dati nazionale, fornendo gli strumenti di registrazione diretta degli eventi (iscrizione, movimentazione, macellazione, ecc.), finora solo notificati con documentazione cartacea al Servizio veterinario dell’Ausl competente – ha detto Bissoni. Per perseguire i fini posti in capo all’anagrafe bovina, e per procedere come Stato membro dell’Unione europea verso il riconoscimento comunitario di banca dati pienamente operativa, ha proseguito l’assessore, è stato sancito che sia realizzata un banca dati nazionale unica (D.lgs 196/1999); a partire dal 1 luglio 2002, pertanto, i dati riguardanti l’anagrafe bovina non sono più raccolti dal Servizio veterinario dell’Ausl, che mantengono però la fruibilità del dato tramite lo scarico diretto dalla banca dati nazionale. Il superamento dei limiti di una raccolta parcellizzata locale e regionale rafforza i principi alla base della tracciabilità delle carni ai fini di tutela della salute pubblica ha detto ancora Bissoni. La scelta della Regione Emilia-Romagna di non dotarsi di un nodo regionale è stata motivata dalla volontà di non prevedere la creazione “ex novo” di un centro di raccolta dati, perché ritenuta una tappa aggiuntiva nel flusso delle informazioni, che appesantisce e ritarda un sistema già di per sè complesso, senza offrire all’utente dell’anagrafe (detentore, responsabile del macello, delegati, organismo pagatore, Servizio veterinario Ausl) reali soluzioni migliorative. I Servizi veterinari delle Ausl della regione hanno scaricato in banca dati nazionale i dati registrati in quelle locali durante il periodo transitorio (luglio-ottobre 2002) e vi registrano i dati direttamente, quindi, per quanto riguarda l’operatività del sistema regionale ha aggiunto l’assessore, tutti gli interessati (mediante carta di firma elettronica) possono accedere all’anagrafe senza prevedere costi aggiuntivi per l’allevatore o per il responsabile del macello. Attraverso incontri e gruppi di lavoro si stanno tuttavia seguendo con attenzione i progressi effettuati delle Aziende Usl, ha concluso Bissoni, nell’adeguamento dei programmi di gestione degli archivi locali al nuovo sistema”.