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FRODI ALIMENTARI E SOSTANZE ILLECITE

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“Operativi abbiamo soltanto una quindicina di carabinieri, una decina di operatori dell’ASL e una ventina di vigili. Che però hanno anche mille altre cose da fare”. Il pm milanese Giulio Benedetti non ha parole incoraggianti per commentare le 150 inchieste per frodi alimentari che risultano aperte dalla Procura di Milano negli ultimi dodici mesi. Le irregolarità riscontrate in negozi, centri di ristorazione e mercati riguardano ogni genere di alimento, ma risultano particolarmente compromettenti per la sicurezza degli alimenti di origine animale. Per questi ultimi infatti, la Procura ha riscontrato una catena di illeciti che inizia in allevamento. Numerose sostanze illecite (estrogeni, anabolizzanti, betagonisti, cortisonici, vaccini, antibiotici e farmaci) finiscono sulle tavole, perché sfuggono ai controlli. Disarmante il suggerimento dei periti del Tribunale: “L’unica prevenzione è diluire la possibilità d’inquinamento, cambiando il più possibile tipo di allevamento”. Ma se ad essere sotto accusa è il “fai da te” in allevamento, servono maggiori garanzie in azienda: “ Il veterinario costa – ha dichiarato il professor Ballarini dell’Università di Parma – se l’allevamento è grosso le spese vengono ripartite su un tot di animali. Ma se l’allevamento è piccolo ed è tradizionale, non c’è mica la mutua che paga la visita come per l’uomo. Per cui è ovvio che vi sia la ricerca di risparmiare sui costi”. Ma se gli allevatori devono essere considerati il primo anello della sicurezza alimentare, è indispensabile che instaurino un raccordo assiduo e di fiducia con un veterinario d’azienda, “altrimenti – ironizza Ballarini - mettiamo un carabiniere per ogni pollo”. A questo proposito l’ANMVI ribadisce la necessità di arrivare quanto prima all’istituzione del veterinario riconosciuto, figura prevista nel nostro ordinamento e mai ufficialmente introdotta.