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TORNA IN ITALIA LA CARNE INGLESE

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Prima della sua messa la bando nel 1994, la carne inglese era importata per 41mila tonnellate all’anno. All’inizio di questa settimana è tornata sul mercato italiano con un carico di sole 3 tonnellate. Il Governo britannico spera di riconquistare quella fetta di mercato che aveva perso a causa della BSE e dichiara: “I ristoratori italiani sono dalla nostra parte”. La destinazione della carne è quella della grande distribuzione del nord Italia. Il quadro europeo sull’evoluzione del morbo della mucca pazza sta migliorando, anche se il numero globale dei casi scoperti rimane rilevante: tra il primo gennaio ed il 30 settembre 2002 i Quindici hanno individuato 1.507 bovini malati, dei quali 750 nel Regno Unito. In Italia appare ormai in netta riduzione la diffusione del morbo della mucca pazza (78 i casi accertati), mentre altri partner europei - Irlanda e Spagna in testa - stanno lottando contro un numero di infezioni in netta progressione. Lo rivela l'ultimo rapporto aggiornato sulla malattia messo a punto da Bruxelles, secondo il quale nei primi dieci mesi di quest'anno in Italia sono stati individuati 21 casi di mucca pazza, mentre in tutto il 2001 ne erano stati identificati 50. Nell'Ue, questa tendenza alla riduzione dell'encefalite spongiforme bovina (Bse) sembra confermarsi anche in Germania, Belgio, Danimarca, Portogallo e Regno Unito. Al contrario, in Irlanda e Spagna si stanno registrando un numero di infezioni superiori all'anno precedente. In Francia invece, dove il patrimonio bovino e' il piu' importante nell'Ue, la situazione sembra leggermente migliorata e alla fine dell'anno Parigi potrebbe ottenere una stabilizzazione dei casi, forse anche una leggera riduzione. Bruxelles segue attentamente l'evoluzione della malattia anche al di fuori della frontiere dell'Unione: nei primi dieci mesi di quest'anno, 14 casi sono stati individuati in Svizzera, sei in Slovacchia, tre in Polonia, due rispettivamente in Slovenia e in Giappone, uno nella Repubblica Ceca e in Israele. Nell'Unione, tutti i manzi di oltre 24 mesi di eta' destinati a trasformarsi in fettina o in un hamburger, subiscono un test anti-Bse: quest'anno, ne sono stati effettuati almeno 6, 8 milioni di cui circa 470.000 in Italia. I dati del rapporto confermano quindi il parere espresso a meta' maggio dal Comitato scientifico europeo, che nei Quindici ha ''constatato una riduzione significativa del rischio di infezione''. Questa tendenza positiva non appare pero' ancora sufficiente a garantire il ritorno della fiorentina sul piatto degli italiani. La pregiata bistecca con l'osso e' infatti da oltre un anno e mezzo al bando nell'Ue a causa della Bse. Una soluzione a livello europeo per la sua liberalizzazione e' ostacolata dall'esitazione di alcuni paesi - in primo luogo Francia Germania - ad accettare la possibilita' di riutilizzo della colonna vertebrale in bovini di eta' superiore ai 12 mesi. A queste difficolta' si e' aggiunta la scoperta di casi di irregolarita' sul rispetto del divieto di utilizzare farine di origine animale, considerate dagli scienziati il primo veicolo della diffusione del morbo. (ANSA).