Il ricorso al cosiddetto “biglietto incrociato” sta spopolando all’interno della comunità scientifica internazionale e fra tutti coloro che per studio o lavoro viaggiano spesso in aereo. Anche in Italia. Il fenomeno è diventato un libro ( “The particle odissey” scritto da una fisica dell’università di Oxford) ed anche il rovello delle compagnie aeree, impegnate a rivedere le proprie tariffe per contrastare il fenomeno.
Così esemplifica il Sole 24 Ore di domenica 20 ottobre: “ una persona deve andare da Milano a Stoccolma, partenza il 6 novembre e ritorno l’8, nessun sabato di mezzo. Il biglietto Alitalia costa 912 euro, tasse aeroportuali incluse: una cifra con la quale si può comodamente acquistare un viaggio fino a New York . Ma se quella persona compra un volo Milano-Stoccolma con partenza il 6 e ritorno il 14( sabato notte inclusa) e poi un altro Stoccolma-Milano con partenza l’8 ( il giorno previsto del rientro) e ritorno il 13, spenderà 354 euro a biglietto . Ovvero un totale di 702 euro, con un risparmio di 210: quanto basta per regalarsi due o tre pasti luculliani”.
Dire di comprare 4 biglietti aerei, buttarne 2 e risparmiare non è una boutade e nemmeno costituisce infrazione. La realtà è quella spiegata da Paolo Audino - amministratore di TTG Italia del gruppo SEAT: “ Il sistema tariffario in Europa è influenzato da più elementi: mai modificato dagli ani 60 ad oggi, risente della natura pubblica dei principali vettori europei e, indirettamente, dalla deregulation amenricana ai tempi del primo mandato Reagan. In poche parole, è una giungla tariffaria fatta di regole antiche, convenienze e qualche falsità”.