• Utenti 12
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31948
cerca ... cerca ...

VITE UMANE NELLE MANI DEL VETERINARIO

Immagine
LIBERO – Domenica 16 giugno 2002 - Cinquantamila ( 50.000 morti all’anno ), uno più uno meno. Questo è il drammatico bilancio di un killer silenzioso, rapido e troppo spesso inesorabile. L’arresto cardiaco o infarto del cuore che dir si voglia. Tralasciando le cause che ne facilitano l’insorgenza quello che spaventa è la dimensione del fenomeno. I maxiincidenti sulle autostrade fanno giustamente scalpore e purtroppo, soprattutto quando la nebbia grava pesantemente sulle regioni a rischio, nessuno ha ancora preso provvedimenti decisivi, per limitare il numero di vittime. Eppure ormai siamo assuefatti alla visione diuturna, sullo schermo di casa, delle lamiere contorte, delle vetture di cui non si conosce più la marca, delle scarpe immobili sull’asfalto. Le morti causate da incidenti stradali in Italia ammontano a settemila all’anno, cifra sicuramente ragguardevole, ma di tutt’altra dimensione rispetto a quella causata dall’infarto cardiaco. Molte di queste persone potrebbero essere salvate, mediante un piccolo apparecchio, semplicissimo da usare: il defibrillatore. Visto che il fattore tempo, in questa circostanza, gioca il ruolo principale, una decina d’anni fa alcuni stati americani hanno deciso di munire anche personale non medico di questo apparecchio. L’arrivo di un’ambulanza a soccorrere un infartuato o una persona colpita da fibrillazione ventricolare ( che prelude all’arresto cardiaco ) va oltre i quindici minuti, nella stragrande maggioranza dei casi. Troppo. Gli americani usano l’espressione “ golden time “ ( tempo d’oro ) per definire i pochi minuti utili a portare un soccorso efficace presso questi malati. Ebbene, il golden time dura cinque interminabili o brevissimi minuti. In una rivista scientifica inglese, poco tempo fa, è uscito uno studio curioso. In alcuni casinò, dove ci sono sofisticati sistemi video e le persone sono sempre sotto controllo diretto, con l’introduzione del defibrillatore portatile, la mortalità per infarto è diminuita del 60 %.
A Piacenza è in atto, da qualche anno, un progetto sullo stile americano. Sono stati dotati di defibrillatori portatili non solo polizia, carabinieri e vigili del fuoco, ma anche punti fissi “ critici “, quali piscine comunali e stadi. Naturalmente il personale laico deve effettuare un corso di formazione, peraltro semplice e breve, per sfruttare al massimo le potenzialità di un‘apparecchiatura ormai completamente automatica. A Piacenza la sopravvivenza di chi è colpito da fibrillazione ventricolare è aumentata del doppio. Sulla scia di questi inoppugnabili risultati il defibrillatore extraospedaliero sta facendo la sua comparsa in molte altre città italiane. Nonostante l’Italia sia all’avanguardia in Europa, come sempre, il caos normativo regna sovrano, tanto che ormai ogni regione legifera in modo federalistico riempiendo i larghi buchi governativi.
C’è una categoria di sanitari che potrebbero essere di notevole aiuto in questi progetti di prevenzione. I medici veterinari. Le loro strutture sanitarie sono talvolta già dotate di strumenti per la rianimazione cardiopolmonare e il fatto di effettuare interventi chirurgici sempre più complessi li obbliga ad una preparazione di base sempre maggiore nel campo dell’anestesia e della rianimazione. Sono inoltre già laureati in medicina ( veterinaria sì, ma sempre medicina ). Avreste qualche remora se vi salvasse la vita un veterinario, piuttosto che un croupier ?
Oscar Grazioli