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LA PROPOSTA DEL CUP PIACE AL GOVERNO

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Il Comitato Unitario per le Professioni venerdì scorso ha presentato a Torino la propria proposta di legge quadro per la riforma degli Ordini. Si tratta di 35 articoli che ancorano gli Ordini al concetto d’impresa, ai valori costituzionali e all’interesse pubblico. In sintesi, le tariffe, fissate con decreto ministeriale, prevedono il rispetto di livelli minimi inderogabili, è senza vincolo di predeterminazione numerica l’esercizio delle professioni, la pubblicità di tipo informativo viene ammessa e dovrà essere regolamentata dai codici deontologici, alle professioni s’impone l’aggiornamento, obbligatoria l’assicurazione per la responsabilità civile.
Il sottosegretario alla giustizia Vietti ha confermato che il testo sarà la base del confronto con le Associazioni e con le forze parlamentari. Dall’opposizione giungono segnali di apertura, d’altra parte “la legge è indifferibile – ha detto Vietti-anchè perché la riforma del Titolo V della Costituzione, che ha assegnato alle Regioni le professioni come materia di legislazione concorrente, richiede una solida cornice nazionale per il settore”. Se da una parte c’è la competenza regionale dall’altra c’è l’Europa, “dove nonostante alcuni ammorbidimenti – ha commentato Vietti – rimane forte l’assimilazione dei professionisti alle imprese”. Il problema quindi sarà di trovare un equilibrio fra Professioni, Regioni e UE.
La proposta del CUP riscuote il consenso anche di Maria Grazia Siliquini, sottosegretario all’Istruzione, impegnata in questi giorni nella definizione dei percorsi formativi per l’accesso alle professioni.