In Italia non ci sono colture OGM, ma non esistono leggi che vietano il consumo alimentare nell’animale e nell’uomo di prodotti ottenuti con sementi geneticamente modificate. Per Roberto Preti, Consigliere e referente SIVAR per l’alimentazione degli animali da reddito, la questione OGM potrebbe legarsi all’ambito veterinario se si pensa che “il nostro Paese non produce soia in quantità adeguate al fabbisogno alimentare animale e la importa da stati storicamente produttori ( USA e Sud America) che la modificano geneticamente. Si può quindi dare per certa la somministrazione ad animali destinati alla produzione zootecnica di alimenti geneticamente modificati, salvo il caso di filiere particolarmente attente alla sensibilità del consumatore, che attraverso disciplinari privati si fanno carico di garantire colture e alimenti OGM free. Mentre il legislatore si è preoccupato di tranquillizzare il consumatore e di metterlo nella condizione di scegliere, nel campo dell’alimentazione animale non si è fatto altrettanto”.
Da una ricerca su biotecnologie e opinione pubblica condotta dalla Fondazione Bassetti e dall’Istituto di ricerca Poster, è emerso che per la stragrande maggioranza degli italiani le leggi sugli OGM sono insufficienti, le etichette poco chiare e in fatto di informazione le associazioni dei consumatori sono considerate più attendibili delle istituzioni.
