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PROFESSIONI E LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE

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La libera circolazione delle professioni è un obiettivo perseguito ma non ancora raggiunto. Attualmente il riconoscimento automatico delle professioni non è possibile: sono richiesti test e tirocinio. Le difficoltà risiedono nel fatto che non esiste un’armonizzazione del percorso formativo e nel fatto che alcune professioni sono regolamentate in alcuni Stati e in altri no. In futuro dovrà invece bastare una domanda di riconoscimento accompagnata da una limitata documentazione e il rifiuto del permesso di esercizio dovrà essere ben motivato e sarà impugnabile davanti alle autorità nazionali. L’Unione Europea vuole arrivare presto alla semplificazione e al consolidamento della legislazione esistente, liberalizzando le prestazioni di servizio in seno alla UE. Si tratta di raggruppare quindici Direttive esistenti e di estendere il libero esercizio a svariate professioni tra cui quella veterinaria. A questo proposito, la Commissione europea, basandosi sui dati di un monitoraggio condotto negli anni 97-98, ha rilevato che i veterinari circolano meno di altre professioni (circa 340 medici veterinari contro gli oltre 6.500 medici, seguiti da infermieri, architetti e dentisti) e che le destinazioni principali sono verso Francia e Irlanda, mentre la provenienza è soprattutto da Germania e Belgio. I dati in possesso della Commissione sono tuttavia lacunosi, perché numerosi Stati membri tra cui l’Italia non hanno fornito dati ufficiali, pertanto non è possibile documentare più precisamente la provenienza e la destinazione dei 340 medici veterinari che hanno circolato in Europa nel biennio 97-98. Lo sforzo della Commissione è quello di favorire il processo di apertura , superando i regolamenti dei singoli Stati. Recentemente, l’Italia è stata condannata venerdì scorso dall’UE per aver posto eccessivi vincoli al libero esercizio di professionisti architetti provenienti da altri Paesi UE.