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BSE A RAGUSA: NON E’ FINITA

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Il 25 febbraio scorso la provincia di Ragusa ha ospitato a Chiaromonte Gulfi un convegno regionale su BSE e sicurezza alimentare in Sicilia volto a chiarire la situazione epidemiologica nella Regione. “Questo seminario – ha detto il presidente dell’AIVEMP Giuseppe Licitra – voleva essere una risposta veloce ed immediata a un problema esploso negli ultimi giorni. Le nostre carni sono di ottima qualità e si possono consumare senza alcun timore”. Santo Caracappa, Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo – ha sottolineato come l’80 per cento della produzione siciliana di latte sia localizzata nel ragusano e dunque come fosse più facile l’incidenza di bovini positivi al prione. “Qualche altro caso di bovino positivo al prione della BSE è ancora possibile che si registri – ha quindi aggiunto Caracappa – è possibile che qualche bovino a fine carriera nato quando erano ancora ammessi i mangimi con farine animali risulti positivo. In provincia di Ragusa del resto gli allevamenti di bovini di latte costituiscono una realtà consolidata”. Tranquillizzanti i toni del direttore sanitario della ASL locale, Francesco Biangiardi, che ha voluto rassicurare i consumatori sulla sicurezza delle carni siciliane e sull’efficienza dei controlli veterinari. In Sicilia i casi mucca pazza sono due e sono stati riscontrati nella provincia di Ragusa; il più recente, confermato il 15 febbraio dal Ministero della Salute, salire a 57 i casi di BSE in Italia. Dal convegno sono uscite proposte immediate per andare incontro alle difficoltà degli allevatori dell’isola ( indennizzi e misure contro furti e abigeato) e per l’istituzione di un tavolo di progettazione regionale che promuova e valorizzi la produzione zootecnica della Sicilia.