La professione regolamentata per eccellenza, quella degli avvocati, nei giorni scorsi si è rivolta alla Corte di Giustizia del Lussemburgo per avere un definitivo prununciamento, in sede europea, su tariffari e concorrenza. Sul tavolo dell’istituzione europea gli interrogativi sollevati da alcuni forensi olandesi e italiani.
Dopo aver confermato la legittimità dei tariffari, la Corte ha ribadito che le decisioni degli Ordini non possono essere considerate esenti dalla normativa della concorrenza, ma devono essere valutate caso per caso in relazione al loro contenuto, al fine di verificare la loro portata anti-concorrenziale. La restrizione della concorrenza può essere prevista dagli Ordini quando essa sia finalizzata a garantire lo standard della prestazione professionale. In base a questi principi gli avvocati hanno visto legittimato in sede europea il divieto stabilito dal loro Ordine di esercitare congiuntamente l’ attività di consulenza legale e di revisione contabile.
Ma allora gli Ordini tutelano gli iscritti o gli utenti? Sono associazione d’impresa o enti a tutela dell’interesse pubblico? La Corte del Lussemburgo si è tenuta sulla linea di confine, sia in materia di concorrenza che di tariffe. Per queste ultime infatti, si era espressa confermandone la legittimità dato che la loro definizione avviene con l’approvazione del ministero competente, a difesa dell’interesse pubblico. Le tariffe cioè non possono ritenersi il frutto di un accordo privato fra professionisti, ma costituiscono una decisione pubblica, garantita da una supervisione istituzionale. Il fatto che gli Ordini propongano al Ministero competente le tariffe, secondo la Corte non costituisce intesa restrittiva e non significa che gli Ordini trascurino le prerogative dei propri associati. E anche in materia di concorrenza, riconoscendo l’Ordine alla stregua di un’associazione d’imprese (e le libere professioni come attività d’impresa) non vi è ragione di credere che, pur tutelando l’interesse pubblico, questi non operi in base agli obiettivi privati dei suoi iscritti.