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APPROVATI EMENDAMENTI DECRETO BSE

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Le misure adottate dal Consiglio dei Ministri prevedono, dal 1 gennaio al 31 ottobre 2002, lo stanziamento di 110 milioni di euro al fine di assicurare, sotto il controllo dell’autorità sanitaria pubblica, l’eliminazione dei materiali classificati a rischio.
A partire dal 1 gennaio 2002 in caso di abbattimento totale o selettivo di capi bovini a seguito della positività ai test Bse è riconosciuta all’allevatore un’indennità nella misura massima di 413 euro per capo e un contributo non superiore a 310 euro/capo per il riacquisto del bestiame.
Per incentivare l’utilizzo ai fini energetici dei materiali a rischio le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano potranno utilizzare la somma di 12,919 milioni di euro, da ripartire con decreto del Ministro delle Politiche Agricole di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Gli emendamenti al decreto Bse prevedono, inoltre, la concessione di un’indennità fino a un importo massimo di 40.000 euro da destinare alle persone colpite dalla variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob.
“Con questo provvedimento – sottolinea Alemanno – Il Consiglio dei Ministri conferma il ruolo centrale del Ministero delle Politiche Agricole nella gestione dell’emergenza Bse. Sulla base di un programma specifico già definito il Mipaf è stato inoltre incaricato di realizzare tutti gli interventi strutturali per il ripristino di una situazione di normalità all’interno della filiera bovina”.
Il piano proposto dal Ministro Alemanno prevede in particolare il completamento dell’Anagrafe bovina entro il primo giugno prossimo e l’adozione di misure per rafforzare il sistema dei controlli, al fine di accrescere il grado di fiducia dei consumatori.
Superata la fase di emergenza, è previsto infine, a regime, il passaggio dei costi delle attività di raccolta e smaltimento dei materiali a rischio dallo Stato agli operatori zootecnici. Il trasferimento verrà realizzato attraverso l’introduzione di un prelievo parafiscale da applicare nei vari passaggi della catena produttivo-distributiva, al fine di ripartire correttamente su tutta la filiera i maggiori oneri derivanti dal rispetto delle norme di sicurezza sanitaria.