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PET CORNER: SI FA COME A BOLOGNA

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Come è noto, manca una normativa nazionale che riconosca e regoli con chiarezza il “pet corner” che, in assenza di una precisa definizione, si colloca sulla linea di un non ben precisato confine tra il settore sanitario e quello commerciale. Alla richiesta di autorizzazione all’esercizio di questa attività accessoria, le amministrazioni locali hanno spesso risposto di non sapere a quali norme riferirsi o addirittura negando i presupposti della richiesta.
La soluzione viene comunicata il 04/02/2002 dalla FNOVI con apposita circolare agli ordini, individuando nella modalità autorizzativa predisposta dal Comune di Bologna il metodo da adottare su tutto il territorio nazionale: “la FNOVI ritiene che la via più idonea al riconoscimento del “pet corner” come attività accessoria intrinseca all’attività professionale fornita dalle strutture veterinarie passi attraverso un’apposita autorizzazione comunale, così come è avvenuto con successo nel Comune di Bologna. L’Ufficio competente di Bologna, infatti, escludendo che tale attività rientrasse nell’ambito di applicazione del D.Lgs n. 114/1998 in materia di commercio, ha ritenuto che essa potesse essere consentita nell’ambito della stessa autorizzazione comunale della struttura veterinaria”.
Più precisamente la delibera dell’ufficio Economia e Relazioni Internazionali del Comune di Bologna del 02/05/2001 chiarisce che per commercio al dettaglio si intende “l’attività svolta da chiunque professionalmente acquista merci in nome e per conto proprio e le rivenda sua aree private in sede fissa o mediante altre forme di distribuzione direttamente al consumatore finale” ( D.Lgs 31/03/1998 n. 114, art.4) e quindi esclude da questa definizione “ambulatori e cliniche veterinarie nei quali l’attività di vendita è volta in modo occasionale e marginale rispetto alla prestazione professionale che qualifica il loro servizio”. Pertanto il Comune di Bologna acconsente, previa comunicazione all’Azienda USL –Servizio Veterinario, la vendita nelle strutture veterinarie di prodotti di supporto all’attività sanitaria quali diete alimentari, articoli parafarmaceutici ed attrezzature connesse alla salute degli animali”.
Gli Ordini sono quindi invitati dal Presidente D’Addario a trattare l’argomento in seno al Consiglio Direttivo provinciale predisponendo un documento da inviare ai Sindaci allegando copia della circolare FNOVI in questione e copia della Delibera del Comune di Bologna, con l’invito ad adottare analogo provvedimento.