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BSE NELL'UOMO: E’ FINITA L’ATTESA

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Primo caso sospetto, in Italia, di nuova variante della malattia Creutzfeldt-Jakob, quella che si ritiene legata al morbo della mucca pazza. La diagnosi e' stata formulata su un paziente residente in Sicilia, sulla base dei dati clinici, strumentali e laboratoristici eseguiti in Italia e in Gran Bretagna. L'ipotesi piu' accreditata e' che la vCJD sia causata dall'esposizione, per via alimentare, all'agente responsabile della Bse e che si manifesti dopo un periodo d'incubazione di diversi anni. Presumibilmente, dunque, ''l'esposizione del paziente alla malattia è avvenuta prima dell'adozione delle rigorose misure ora vigenti su tutto il territorio nazionale''.
Ecco le prime reazioni degli esperti e delle autorità.
Il neurologo Alberto Albanese, docente di neurologia presso l’Università Cattolica di Roma, primario dell’Istituto Besta di Milano: “Era altamente improbabile che da noi non si verificasse. Non ci sono confini sanitari o alimentari. Ma con questo caso non cambia nulla rispetto a ieri. La certezza del caso si può avere solo con autopsia per verificare la presenza nel cervello dei particolari della variante umana. In realtà esistono dei test quando la persona è in vita per confermare i sospetti. La variante del morbo della mucca pazza si pensa derivi dall’assunzione di carne contenente proteine trasmesse da animali malati. E’ una spongiosi che trasforma il cervello in una spugna. Ma non siamo cannibali: i pericoli di contagio da uomo a uomo sono estremamente rari e legati esclusivamente al trasferimento di materiale biologico iniettato o acquisito attraverso interventi chirurgici. Non c’è quindi nessun problema di sanità pubblica”.
Adriano Aguzzi, neuropatologo, ricercatore: Se la diagnosi di malattia verrà confermata, la donna si è ammalata adesso, ma ha contratto la malattia almeno dieci anni fa. Purtroppo l’Italia, come gran parte della Comunità europea, è stata lenta nell’introdurre il divieto di utilizzare cervello e midollo spinale nei bovini nella catena alimentare”.
Giorgio Poli, Preside della Facoltà di Veterinaria di Milano: “Non si può dire nulla sulla trasmissibilità all’uomo della BSE. Non c’è nessun dato convincente che la BSE sia passata all’uomo, anche perché la nuova variante della malattia è stata diagnosticata proprio da Creuzfeldt negli anni ’20, ben prima quindi della comparsa della BSE. Nessuno ha mai dimostrato che il prione della BSE possa causare la malattia nell’uomo”.
Gennaro Niglio, generale dei NAS: “tutti gli animali che oggi entrano nel mercato legale della macellazione sono attentamente testati”.
Assocarni: “Il rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo ha escluso qualsiasi possibilità di rischio per il consumatore”.
I Ministri della Salute e delle Politiche agricole ricordano che, per tutelare la sicurezza alimentare, sono stati rafforzati gli strumenti di prevenzione e controllo Il rispetto di queste norme, sottolineano i ministri, tutela il consumatore. Per questo, il caso sospetto di variante umana non puo' essere motivo, in alcun modo, per modificare le abitudini alimentari dei consumatori.
Il 23 gennaio scorso, il supplemento ordinario n.14 della Gazzetta Ufficiale n. 19, pubblicava le “Linee Guida concernenti la Malattia di Creuzfeld-Jacob in Italia – Norme per l’Assistenza dei Pazienti e per il controllo dell’infezione in Ambiente Ospedaliero”.