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CLONARE VARENNE? NON E' UN SOGNO

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“La clonazione del cavallo è decisamente più complessa della clonazione del bovino” spiega Cesare Galli, medico veterinario responsabile del Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione del CIZ di Cremona, il centro dove nel 1999 nacque Galileo, il primo toro clonato. La stesa equipe che allora si occupava di clonazione bovina adesso lavora sulla clonazione degli equini da circa due anni: “In linea di principio non c’è motivo di pensare che non si possa clonare anche il cavallo, la tecnica di base è la stessa finora adottata per ogni mammifero; l’anno scorso – continua Cesare Galli – siamo riusciti ad ottenere un puledro mediante il sistema della riproduzione assistita. Quest’ultima rappresenta la base necessaria ai fini della clonazione. Nel corso dei prossimi mesi continueremo gli studi relativi agli esperimenti di clonazione del cavallo. La fisiologia della riproduzione del cavallo è meno nota rispetto a quella di altre specie, come i bovini, anche se ogni giorno si raccolgono nuovi elementi”.
Ma i primi risultati si avranno fra qualche anno. Il primo freno è rappresentato dai finanziamenti, la ricerca di base in questo settore ha costi molto alti e difficilmente quantificabili e prevedibili. Finora gli studi sulla clonazione si sono concentrati in zootecnia, sulla riproduzione di animali da carne o latte, ma l’interesse scientifico degli esperti non si limita ai bovini. Clonare un campione come Varenne non è un’ipotesi fuori dalla realtà, anche se suscita le perplessità degli sportivi.
Nel frattempo, usando la tecnica della clonazione, un'azienda americana di ricerca genetica e' riuscita a creare in laboratorio reni funzionanti partendo dalle cellule staminali ricavate dall'orecchio di una mucca.