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PET FOOD: ADDITIVI SI' SOLO SE INNOCUI?

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“L'autorizzazione comunitaria (all’utilizzo degli additivi nei mangimi, n.d.r.)…e' rilasciata a condizione che (…)l'additivo, tenuto conto del tenore consentito, non possa essere usato per il trattamento o la prevenzione delle malattie degli animali; questa condizione non si applica agli additivi appartenenti al gruppo dei coccidiostatici e altre sostanze medicamentose”. Così recita il DPR 2 novembre 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 dicembre scorso. Tra gli additivi che dovranno rispettare le condizioni di cui sopra sono compresi anche le “sostanze con effetti antiossidanti”, le “vitamine, provitamine e sostanze con effetto analogo chimicamente ben definite” e gli “oligoelementi”. Vorrà dire la sparizione dei vari alimenti per cani e gatti, molto in voga negli ultimi anni, che (un po’ come l’acqua Fiuggi, che gli ultraquarantenni ricorderanno per la sua capacità di concedere a chi la beveva uno sconto di 20 anni sull’età anagrafica) promettono di ringiovanire la funzionalità del sistema immunitario, di intervenire favorevolmente nella crescita ecc. ecc.? Il significato del decreto, infatti, sembra essere: si possono utilizzare gli additivi a patto che, alle quantità presenti, non abbiano alcun effetto; in caso contrario sono vietati. Giorgio Neri