A parere della Categoria Veterinaria, il tavolo agro-alimentare organizzato dal MIPAF, nell’affrontare la scorsa settimana la questione dell’anagrafe bovina, non ha tenuto conto di quanto accaduto nel nostro Paese e ha trascurato il ruolo dei servizi veterinari. L’identificazione non può essere demandata alla sola produzione, né limitata al problema del rimborso dei premi agli allevatori. Totalmente disattese le implicazioni sanitarie e di controllo epidemiologico.
Il documento in elaborazione presso il Ministero sarà rilanciato all’interno del mondo veterinario e ridiscusso a Roma il 28 novembre prossimo.
Intanto, anche il nostro Paese deve adeguarsi al regolamento europeo n.1760/2000 che obbliga tutti gli Stati membri dal 1 gennaio 2002 a seguire ogni stadio di lavorazione della carne bovina. L’etichetta che accompagnerà le carni al consumo conterrà un codice di tracciabilità che dovrà consentire di risalire alla stalla dove è crescuto l’animale, il macello dove è stato abbattuto e di ricostruire gli anelli della filiera.
+++ Le pubblicazioni riprenderanno con regolarità dopo la pausa estiva +++
ETICHETTA E ANAGRAFE
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