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RIFIUTI: SVOLTA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

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Al fine del contenimento della spesa sanitaria, pur nel rispetto dei parametri di sicurezza previsti dalla vigente normativa in materia di smaltimento di rifiuti sanitari pericolosi, gli stessi possono essere smaltiti attraverso procedimenti di disinfezione mediante prodotti registrati presso il Ministero della salute che assicurino un abbattimento della carica batterica non inferiore al 99,999 per cento e nel pieno rispetto del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, in materia di sicurezza e salute degli operatori. I rifiuti sanitari speciali non tossico-nocivi, dopo un procedimento di disinfezione di una durata non inferiore a 72 ore, o sottoposti a processo di sterilizzazione mediante autoclave dotata di sistemi di monitoraggio e controllo delle fasi di sterilizzazione, possono essere assimilati ai rifiuti urbani";

Questa modifica prevede, quindi, che, per diminuire le spese di smaltimento dei rifiuti sanitari, venga consentita, in alternativa alla sterilizzazione in autoclave (metodo che comporta costi improponibili per una struttura veterinaria), anche la disinfezione chimica mediante trattamento della durata di almeno 72 ore con sostanze approvate allo scopo. I rifiuti così trattati potrebbero, a questo punto, essere assimilati ai rifiuti urbani.
Gli ambientalisti, tuttavia, hanno già preannunciato battaglia, obiettando sulla natura dei rifiuti che, conseguentemente al provvedimento, verrebbero smaltiti in discarica, e denunciando il danno che verrebbe provocato all’ambiente dalla presenza in essi dei disinfettanti utilizzati.
E’ possibile, quindi, che la disposizione venga modificata in un secondo momento, passando per un ordine del giorno che impegni il Governo a rivedere la materia.
Il collega Deputato Mancuso, comunque, si è detto disponibile ad interessarsi, a questo proposito, affinché si possa arrivare ad una soluzione che vada nella direzione di ridurre ulteriormente gli oneri a cui siamo soggetti in materia di rifiuti sanitari.

Giorgio Neri