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IVA: ITALIA APRI-PISTA?

L’emendamento alla Legge Finanziaria, proposto dall’ANMVI e sostenuto in Parlamento dall’Onorevole Gianni Mancuso, per la riduzione dell’aliquota IVA al 10% dovrà confrontarsi con la situazione nei singoli stati membri e con le tendenze comunitarie in materia di revisione delle aliquote sulle prestazioni veterinarie. Alcuni paesi infatti applicano aliquote superiori a quella che grava sulla veterinaria italiana ( Belgio 21%, Norvegia 24%, Danimarca 25%), altri hanno aliquote molto vicine al nostro 20% ( Francia 19,6%, Olanda 19%, Gran Bretagna 17,5%, Austria 20%). Altri ancora, invece, applicano già aliquote sensibilmente più basse: Lussemburgo 12%, Spagna 7%. All’interno dell’UE sta emergendo una nuova sensibilità verso le cure e il benessere animale e soprattutto verso il riconoscimento del ruolo che il medico veterinario ricopre all’interno della sanità pubblica. Questo ha già portato la Grecia a limitare l’IVA sulle prestazioni all’ 8% e potrà indicare la strada ad altri paesi. L’emendamento proposto al nostro Parlamento potrebbe dare all’Italia l’occasione di porsi alla testa di queste nuove tendenze.