Il Commissario Giovanni Filippini ha parlato della strategia anti-PSA questa mattina a Modena, alla Giornata della Suinicoltura. Lombardia e Emilia-Romagna "possono iniziare a depopolare". A breve la nomina di un Sub Commissario al depopolamento controllato. Allevatori in grave disagio. Chiesti più indennizzi e istituzioni più coordinate.
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E’ un problema enorme, ci sto mettendo l’anima”.
Giovanni Filippini, da tre mesi Commissario Straordinario di Governo alla Peste Suina Africana, è intervenuto questa mattina a Modena alla
settima edizione della
Giornata della Suinicoltura, quest'anno interamente dedicata all'emergenza PSA. Accolto da un parterre di
addetti ai lavori- dove sono risuonate le testimonianze dirette e drammatiche dei produttori più colpiti dall'emergenza- Filippini ha descritto con convincente oggettività la strategia in atto: "
Le sto pensando tutte, di notte di giorno, ma non abbiamo altre soluzioni. Dobbiamo togliere il virus dall'ambiente ed evitare che entri negli allevamenti".
Lo stato d'animo della filiera- Dove c'è la PSA muore la suinicoltura. Gli allevatori chiedono di non essere colpevolizzati, l'industria di non compromettere le esportazioni. La filiera si impegna ad essere più coesa al proprio interno e chiede alle istituzioni di essere più coordinate. E' un Veterinario a testimoniare dalla platea le strozzature della catena di comando: "I Sindaci non conoscono le ordinanze commissariali e non sanno che c'è la malattia". Il dramma economico, occupazionale e familiare, è nelle cifre di un comparto che riceverà indennizzi inferiori alle perdite e che sta mettendo in firbrillazione anche il credito bancario. Ai Veterinari controllori gli allevatori chiedono un approccio più collaborativo e meno sanzionatorio. Alle Direzioni di Sanità Animale (Dgsa) e della Sicurezza Alimentare (Dgisan) l'industria dei salumi rivolge un plauso per la capacità negoziale nei confronti dei mercati extra UE. Nei sondaggi in presa diretta, somministrati alla platea, l'appello alle istituzioni sanitarie si sintetizza in una parola, nella quale dichiara di riconoscersi lo stesso Commissario: tempestività.
La strategia del Commissario alla PSA- Sono quattro i cluster di PSA in Italia. Dai 550 chilometri quadrati iniziali, l’emergenza della Peste Suina Africana copre oggi 2 milioni di ettari di zona infetta. “
Dove vogliamo fermare il virus?” Questa la domanda di partenza del Commissario Filippini all’esordio, tre mesi fa, nel mandato governativo di elaborare una nuova strategia di contrasto al virus. E la nuova strategia è data da quattro linee di intervento, “
da condividere” ha dichiarato Filippini: “
Abbiamo capito il percorso da fare e lo dobbiamo fare insieme”. La prima linea di intervento strategico risponde alla domanda sullo stop al virus. “
Siamo un po’ in ritardo, ma stiamo correndo” - ha dichiarato il Commissario, spiegando che una volta definito il punto di arresto, si è trattato di stabilire recinzioni e barriere nella complessità della geografia italiana. Che fortunatamente, ha aggiunto, può contare su barriere artificiali come le ferrovie e soprattutto le autostrade. Sui tratti autostradali le barriere sono in via di adeguamento per evitare che i cinghiali le oltrepassino, anche per proteggere la circolazione stradale dal rischio di incidenti. Ma non basta. Ecco allora le Zone CEV (Controllo dell’Espansione Virale).
La seconda linea di intervento è il controllo dell’espansione virale, la zona di depopolamento individuata dall’
ordinanza n. 5 del Commissario. L’articolo 3 disciplina il depopolamento dei cinghiali selvatici nella Zona di Controllo dell'Espansione Virale (CEV). Le Regioni Lombardia e Emilia-Romagna- ha annunciato Filippini- possono iniziare a depopolare, al riguardo è in arrivo una circolare. Tre i tipi di depopolamento: dentro la zona di restrizione, nella zona CEV e nella zona non infetta.
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Il miglior cacciatore è il virus” - ha detto il Commissario - perché è in grado di uccidere l’80% dei selvatici colpiti, seguito dal lupo ( "
il lupo ci sta dando una mano grande") e, in ultimo, dall’uomo. La caccia, se non controllata, è un fattore di propagazione del virus. Filippini ha anche annunciato la nomina di un sub commissario deputato “solo al controllo del depopolamento controllato”, per armonizzare gli interventi territoriali sotto un coordinamento centrale. E’ previsto l’intervento dei militari, con azioni di sorveglianza nella zona Cev, coadiuvati - annuncia Filippini- attraverso una convenzione nazionale con la Protezione Civile.
La sorveglianza è
la terza linea di intervento. Attiva e passiva, nel suino domestico e nel cinghiale. La rimozione delle carcasse, nelle quali il virus rimane attivo a lungo, è decisiva per evitare la diffusione della peste.
La quarta è la biosicurezza. "
Nell'ordinanza ho esagerato un po' -dichiara il Commissario-
ma visitando gli allevamenti ho visto dei bunker che hanno preso il virus". L'appello agli allevatori in platea è di "
avere consapevolezza su chi entra in allevamento". Il Commissario fa l'esempio dei camion e dei conducenti che entrano in "zona sporca" per raggiungere i silos e alla necessità ineludibile di applicare sempre le misure di biosicurezza, come cambiare i calzari e utilizzare i dispositivi di protezione monouso.
Filippini si scusa con i Veterinari liberi professionisti: "
Ho portato l'inattività da 7 a 2 giorni ". Il riferimento è alla
circolare firmata dallo stesso Filippini come Direttore Generale della Sanità Animale. Tenere i Veterinari fuori dagli allevamenti è stata una misura impattante,
"ma i Veterinari hanno capito, perchè hanno studiato" e restano "
fondamentali" per la biosicurezza per il loro rapporto fiduciario con gli allevatori. Ai Veterinari Ufficiali il compito di far applicare tempestivamente le prescrizioni. Filippini è diretto: si tratta di decidere se continuare ad allevare oppure o no.
Sulla biosicrezza mette l'accento anche
Francesco Feliziani, Responsabile Centro referenze pesti suine, che usa la metafore della fortificazioni: "
Bisogna costruire dei castelli e poi tenere il ponte levatoio ben alzato". Bisogna prima contenere e dopo eradicare. "
Il cluster del Nord Ovest si fronteggia in questo modo".La ricerca scientifica per un vaccino- Il virus della PSA è una minaccia europea e globale, come ha testimoniato
Simona Forcella, della Direzione Generale Salute (DGSante) della Commissione Europea. La prevenzione vaccinale è una opzione ancora lontana, a detta di tutti gli esperti, malgrado siano in corso vari progetti di ricerca, alcuni dei quali avviati prima ancora che la malattia, nel 2014, iniziasse la sua corsa nell'Unione Europea. Nell'ambito di Horizon Europe, nel 2020, sono state finanziate le ricerche per DEFEND e VACDIVA. Gli studi sono ancora in corso, mentre con Horizon 2024 ne sono stati finanziati altri due , ASFaVIP e VAX4ASF.
Il fattore umano- Una variabile molto rischiosa, secondo gli esperti, è il fattore umano. Anche la giornata modenese della suinicoltura ha applicato le misure anti PSA previste dalle Ordinanze del Commissario, con la sala plenaria accessibile tramite un percorso dotato di presidi sanitari di disinfezione delle scarpe e delle mani.
Il fattore umano offre i mezzi al virus per viaggiare, dai rifiuti alimentari alle stesse attività umane. Lo scatto è di tipo culturale. “E’ stato impopolare- ha spiegato Feliziani- limitare le attività ludiche nel 2022, proprio quando le persone uscivano dalle limitazioni imposte dalla pandemia di Covid”. Ma d'altra parte, dichiara Filippini, "
il virus del Covid era un agnello a confronto con quello della PSA che invece è un leone".
Nelle foto il Commissario alla PSA Giovanni Filippini e la platea alla Giornata della Suinicoltura (Modena, 16 ottobre 2024)