Legambiente presenta il XII Rapporto Animali in Città e rilancia sei proposte per una gestione "one health" a domestici e selvatici nei contesti urbani. Sinac a regime entro l'anno, 10mila veterinari pubblici entro il 2030, integrare i CRAS nella sorveglianza sanitaria, rigenerazione urbana e 15mila guardie volontarie. Premiati i Servizi Veterinari di quattro Asl e altrettanti Comuni.
E' ancora consistente
il numero degli enti territoriali che manca all'appello di Legambiente, impegnata anche quest'anno nel
Rapporto "Animali in Città". La XII edizione del rapporto, presentata (
video) questa mattina nella sede nazionale di Villa Ada, snocciola
dati inediti sulla popolazione degli animali da compagnia, raccolti nel 2022 presso i Comuni (fra i quali spicca l'assenza di Roma Capitale) e presso le Asl. Il curatore del rapporto,
Antonino Morabito, ha presentato una "enorme carrellata di dati", molto apprezzata dai patrocinanti e dagli intervenuti, per evidenziare "la complessità delle performance" valutate dal Rapporto che, come ogni hanno, ha premiato gli enti più virtuosi e concluso l'analisi con alcune richieste rivolte ai decisori politici.
Sinac a regime entro il 2023- Legambiente, per voce di
Enrico Fontana (Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente) chiede in primo luogo che "entro il 2023 entri a pieno regime il Sinac", il Sistema di identificazione nazionale degli animali da compagnia, sul quale si è soffermato il Direttore
Ugo Santucci (Ufficio Benessere Animale del Ministero della Salute): "L'Italia è l'unico Paese a dotarsi di una anagrafe nazionale di animali da compagnia, esotici compresi, che consente una epidemiosorveglianza mirata"- ha affermato.
Le Regioni stanno riversando i loro dati nel Sinac: "Il passaggio dei dati della Regione Lombardia - ha riferito il dirigente del Ministero- ha incrementato il Sistema di 3milioni di cani in un solo colpo. Nei prossimi mesi anche le altre regioni passerano al Sinac". I recenti
decreti legislativi 134 e
135 del 2022 hanno infatti tolto la competenza regionale sulle anagrafi degli animali d'affezione, con una modifica ah hoc alla Legge 281 sul randagismo. Inoltre, ha riferito Santucci, è in corso di emanazione il decreto ministeriale sulle modalità applicative del Sinac.
Entro il 2030, 10.000 Veterinari Pubblici- Legambiente chiede di rafforzare il sistema sanitario pubblico, arrivando almeno a quota 10.000 medici veterinari pubblici a tempo indeterminato, contro gli attuali 4.800. Per rispecchiare la modifica costituzionale, e per una pronta risposta territoriale, serve "un quadro normativo rafforzato per il sistema pubblico". Accettare l'"estinzione per pensionamento", dei Veterinari Pubblici, significa "condannarsi alle pandemie"- sostiene Legambiente.
Pierluigi Ugolini, Vicesegretario della Federazione Veterinari, Medici e Dirigenti sanitari FVM, auspica "un piano industriale della sanità", che metta il focus non solo sulla cura ma anche sulla prevenzione. Sul federalismo regionale il giudizio è negativo ("ogni regione ha fatto come gli pareva con l'abbandono"). Quando si tratta di prevenzione "il frazionamento della sanità non va bene"- afferma Ugolini che citando il coronavirus lancia un monito: "Attenzione ai percorsi di rimozione". Concorda l'On
Ilenia Malavasi (PD,
Gruppo interparlamentare One Health): "La prevenzione richiede di liberarsi dall'individualismo". E servono "azioni concrete", come finanziamenti alla sanità pubblica e valorizzare la professione del medico veterinario, perchè sono più di 15 anni che i tetti di spesa del personale sono fermi".
L'intergruppo, ha ricordato, si avvale anche di economisti come l'On
Mennuni (FDI), "per quantificare il vantaggio economico derivante dalla prevenzione".
I risparmi sono già evidenti grazie alla sorveglianza della West Nile, portata ad esempio concreto di One Health da
Gioia Capelli (IZSVE): "Abbiamo un Piano Nazionale Arbovirosi unico in Europa, a cui tutti guardano come un modello"- ha affermato, spiegando che la sorveglianza entomologica precede la sorveglianza nell'uomo e nei centri trasfusionali. "I medici si fidano della sorveglianza veterinaria e possono risparmiare anche risorse pubbliche. Il piano sta funzionando perfettamente: mai trasfuso sangue infetto e risparmiato milioni di euro".
Gli animali sono "indicatori ambientali" per
Benedetto Neola: (Fnovi) che cita ricerche dell'IZS del Mezzogiorno sui fattori stressogeni ambientali negli animali. "La politica deve accorgersi degli Istituti Zooprofilattici che tutti i giorni salvano vite umane". E poi c'è la libera professione: "I Veterinari sono la prima frontiera per il proprietario". Il possesso responsabile non è sostenuto da politiche fiscali incentivanti. " Vaccina con regolarità il proprio pet il 71% dei proprietari, ma solo il 22% porta il proprio animale al controllo annuale"- ha dichiarato il Presidente dell'ANMVI
Marco Melosi nel suo intervento, citando i dati di una indagine condotta fra i medici veterinari liberi professionisti, dalla quale risulta la necessità di stimolare la prevenzione "con
detrazioni fiscali e riduzione o azzeramento dell’IVA, piuttosto che spendere per nuove strutture pubbliche". Il Presidente Melosi ha ricordato che il Governo, per voce del MEF si è detto “contrario” a ridurre lVA. "Auspichiamo in un ripensamento"- ha concluso.
“Al Governo Meloni e al Parlamento chiediamo di dare concreta attuazione a quanto stabilito dal nuovo articolo 9 della Costituzione, approvato all’unanimità nel febbraio del 2022 – aggiunge Enrico Fontana responsabile Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente – in cui si afferma che la legge disciplina i modi e le forme della tutela degli animali.
Mille accordi per le reti territoriali- Legambiente chiede "mille accordi e patti di territorialità" con un coinvolgimento esteso nella gestione degli anmali domestici e selvatici nei contesti urbani. "Tutte le migliori esperienze vedono una buona collaborazione tra amministrazioni e servizi veterinari"- evidenzia Morabito- senza trascurare il ruolo del Privato, "che non sostituisce il pubblico, ma può essere d'aiuto al Pubblico". Asl e Comuni fanno un lavoro "molto impegnativo e la loro sinergia è necessaria". Per contro, i controlli della polizia municipale - a livello generale- risentono del basso contingente di personale in proporzione al numero di cittadini. La coralità dell'approccio di Legambiente, si riflette nell'attenzione a iniziative sociali - come gli Interventi Assistiti da Animali all'Ospedale Bambin Gesù, illustrate dalla psicologa
Cinzia Correale e sostenute da ENCI- e le azioni di recupero sociale di Cave Canem.
Interventi comunali di rigenerazione urbana- Ai Comuni, in particolare, Legambiente chiede la creazione di un'area cani per ogni 1000 cittadini residenti, "nell'ambito di una complessiva rigenerazione urbana". E' Morabito a mettere in luce che "due o tre volte al giorno si va fuori con il proprio cane". Questo rende "necessaria la rigenerazione degli ambienti urbani", con spazi verdi e risposte adeguate al rivenimento di animali selvatici, "che cresce e non ha una risposta adeguata". Sono in aumento gli animali in difficoltà segnalati dai cittadini, "ma non ne conosciamo il potenziale sanitario"- afferma Morabito. Da qui la richiesta di "raddoppiare entro il 2030 il numero dei canili, assorbendo i CRAS nel Sistema sanitario nazionale".
Integrare i CRAS nel Sistema Sanitario- "Il monitoraggio dei selvatici sia costante"- è l'auspicio di Morabito. Legambiente considera i Centri di Recupero degli Animali Selvatici (CRAS)-come "osservatori privilegiati, soprattutto quelli urbani". E' nei selvatici che si verificano in anticipo gli eventi sanitari, prima che negli animali domestici. Occorre quindi "correggere un vulnus legislativo"- è la tesi di Legambiente- generato con la Legge sulla caccia, che li ha collocati "sotto l'agricoltura e non sotto la Salute". Un vulnus che genera un gap di conoscenza nelle Asl e nelle attività di sorveglianza.
L'istanza del passaggio dei CRAS sotto la Salute è sostenuta da Adriano Argenio, Direttore sanitario del Centro recupero animali selvatici del CRAS viterbese Lago di Vico (VT): "Questi Centri sono collocati in un luogo sbagliato". Pensati come elemento compensativo delle autorizzazioni al prelievo di caccia, i CRAS sono in realtà "un ospedale da guerra in costante emergenza", dove però mancano attrezzature e locali idonei, nonostante sia in costante aumento l'arrivo di animali in difficoltà portati dai cittadini. Il dato del Centro Lipu di Roma è emblematico: dai 3.000 ricoveri del 2012, si è arrivati agli 8000 del 2022". Spiega il Direttore Argenio: "E' aumentata la sensibilità, sono in aumento gli animali selvatici e stanno arrivando gli effetti di leggi emanate tempo addietro". Fattori concomitanti a cui si aggiungono specie esotiche - anche da potenziale invasivo- di cui i CRAS sono destinatari loro malgrado.
"Bisognerebbe far rientrare i CRAS nella stessa rete di ASL e IZS"- è la proposta. Un tentativo in questa direzione, fu compiuto dal Ministero della Salute nel 2017, con l'indirizzo a tutte le ASL di controllare i Centri e dotarli di un direttore sanitario. "Non tutti si sono allineati- afferma Argenio- è invece una cosa da fare con urgenza, i CRAS- ha ribadito- vanno coinvolti nella sorveglianza, sia attiva che passiva".
Controlli e repressione con 15mila guardie volontarie- Infine Legambiente chiede un rafforzamento dei controlli e la repressione dei fenomeni illegali, coinvolgendo 15.000 guardie zoofile volontarie nei prossimi anni. Sull'inasprimento delle sanzioni per chi uccide, maltratta e abbandona animali, la proposta di legge dell'On Brambilla- afferma Groccia- "va nella direzione giusta"
e inasprite le sanzioni penali per chi uccide maltratta e abbandona, la pdl Brambilla "va nella direzione giusta".
Le ASL e i Comuni premiati- Il Rapporto Animali in Città analizza i dati delle Aziende sanitarie e dei Comuni italiani "per accrescere le conoscenze e il coinvolgimento dei cittadini e dispiegare il protagonismo delle professionalità impegnate nella tutela e nella salvaguardia della salute umana, animale e ambientale". Con questo obiettivo, ogni anno, Legambiente premia le realtà più virtuose. Quest'anno, il riconoscimento di ente "amico degli animali" è andato a quattro Aziende Sanitarie: ASL Toscana Sud Est, ASL Toscana Centro, ATS Brescia, ASL Vercelli.
I Comuni premiati: Modena, Verona e la new entry Ferrara . Milano la metropoli più virtuosa.
Nella foto, Ilenia Malavasi, Antonino Morabito e Enrico FontanaXII Rapporto Animali in CittàPROGRAMMA_LEGAMBIENTE.pdf2.28 MB