• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295
XII RAPPORTO

Legambiente, approccio one health agli animali in città

Legambiente, approccio one health agli animali in città
Legambiente presenta il XII Rapporto Animali in Città e rilancia sei proposte per una gestione "one health" a domestici e selvatici nei contesti urbani. Sinac a regime entro l'anno, 10mila veterinari pubblici entro il 2030, integrare i CRAS nella sorveglianza sanitaria, rigenerazione urbana e 15mila guardie volontarie. Premiati i Servizi Veterinari di quattro Asl e altrettanti Comuni.


E' ancora consistente il numero degli enti territoriali che manca all'appello di Legambiente, impegnata anche quest'anno nel Rapporto "Animali in Città". La XII edizione del rapporto, presentata (video) questa mattina nella sede nazionale di Villa Ada, snocciola dati inediti sulla popolazione degli animali da compagnia, raccolti nel 2022 presso i Comuni (fra i quali spicca l'assenza di Roma Capitale) e presso le Asl.  Il curatore del rapporto, Antonino Morabito, ha presentato una "enorme carrellata di dati", molto apprezzata dai patrocinanti e dagli intervenuti, per evidenziare "la complessità delle performance" valutate dal Rapporto che, come ogni hanno, ha premiato gli enti più virtuosi e concluso l'analisi con alcune richieste rivolte ai decisori politici.

Sinac a regime entro il 2023- Legambiente, per voce di Enrico Fontana (Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente) chiede in primo luogo che "entro il 2023 entri a pieno regime il Sinac", il Sistema di identificazione nazionale degli animali da compagnia, sul quale si è soffermato il Direttore Ugo Santucci (Ufficio Benessere Animale del Ministero della Salute): "L'Italia è l'unico Paese a dotarsi di una anagrafe nazionale di animali da compagnia, esotici compresi, che consente una epidemiosorveglianza mirata"- ha affermato.
Le Regioni stanno riversando i loro dati nel Sinac: "Il passaggio dei dati della Regione Lombardia - ha riferito il dirigente del Ministero- ha incrementato il Sistema di 3milioni di cani in un solo colpo. Nei prossimi mesi anche le altre regioni passerano al Sinac". I recenti decreti legislativi 134 e 135 del 2022 hanno infatti tolto la competenza regionale sulle anagrafi degli animali d'affezione, con una modifica ah hoc alla Legge 281 sul randagismo. Inoltre, ha riferito Santucci,  è in corso di emanazione il decreto ministeriale sulle modalità applicative del Sinac.

Entro il 2030, 10.000 Veterinari Pubblici
- Legambiente chiede di rafforzare il sistema sanitario pubblico, arrivando almeno a quota 10.000 medici veterinari pubblici a tempo indeterminato, contro gli attuali 4.800. Per rispecchiare la modifica costituzionale, e per una pronta risposta territoriale, serve "un quadro normativo rafforzato per il sistema pubblico". Accettare l'"estinzione per pensionamento", dei Veterinari Pubblici, significa "condannarsi alle pandemie"- sostiene Legambiente. Pierluigi Ugolini, Vicesegretario della Federazione Veterinari, Medici e Dirigenti sanitari FVM, auspica "un piano industriale della sanità", che metta il focus non solo sulla cura ma anche sulla prevenzione. Sul federalismo regionale il giudizio è negativo ("ogni regione ha fatto come gli pareva con l'abbandono"). Quando si tratta di prevenzione "il frazionamento della sanità non va bene"- afferma Ugolini che citando il coronavirus lancia un monito: "Attenzione ai percorsi di rimozione". Concorda l'On Ilenia Malavasi (PD, Gruppo interparlamentare One Health): "La prevenzione richiede di liberarsi dall'individualismo". E servono "azioni concrete", come finanziamenti alla sanità pubblica e  valorizzare la professione del medico veterinario, perchè  sono più di 15 anni che i tetti di spesa del personale sono fermi". 
L'intergruppo, ha ricordato, si avvale anche di economisti come l'On Mennuni (FDI), "per quantificare il vantaggio economico derivante dalla prevenzione". 

I risparmi sono già evidenti grazie alla sorveglianza della West Nile, portata ad esempio concreto di One Health da Gioia Capelli (IZSVE):  "Abbiamo un Piano Nazionale Arbovirosi unico in Europa, a cui tutti guardano come un modello"- ha affermato, spiegando che la sorveglianza entomologica precede la sorveglianza nell'uomo e nei centri trasfusionali. "I medici si fidano della sorveglianza veterinaria e possono risparmiare anche risorse pubbliche. Il piano sta funzionando perfettamente: mai trasfuso sangue infetto e  risparmiato milioni di euro".
Gli animali sono "indicatori ambientali" per Benedetto Neola: (Fnovi) che cita ricerche dell'IZS del Mezzogiorno sui fattori stressogeni ambientali negli animali. "La politica deve accorgersi degli Istituti Zooprofilattici che tutti i giorni salvano vite umane".  E poi c'è la libera professione: "I Veterinari sono la prima frontiera per il proprietario".  Il possesso responsabile non è sostenuto da politiche fiscali incentivanti. " Vaccina con regolarità il proprio pet il 71% dei proprietari, ma solo il 22% porta il proprio animale al controllo annuale"- ha dichiarato il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi nel suo intervento, citando i dati di una indagine condotta fra i medici veterinari liberi professionisti, dalla quale risulta la necessità di stimolare la prevenzione "con

detrazioni fiscali e riduzione o azzeramento dell’IVA, piuttosto che spendere per nuove strutture pubbliche".  Il Presidente Melosi ha ricordato che il Governo, per voce del MEF si è detto “contrario” a ridurre lVA. "Auspichiamo in un ripensamento"- ha concluso.
“Al Governo Meloni e al Parlamento chiediamo di dare concreta attuazione a quanto stabilito dal nuovo articolo 9 della Costituzione, approvato all’unanimità nel febbraio del 2022 – aggiunge Enrico Fontana responsabile Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente – in cui si afferma che la legge disciplina i modi e le forme della tutela degli animali.


Mille accordi per le reti territoriali- Legambiente chiede "mille accordi e patti di territorialità" con un coinvolgimento esteso nella gestione degli anmali domestici e selvatici nei contesti urbani. "Tutte le migliori esperienze vedono una buona collaborazione tra amministrazioni e servizi veterinari"- evidenzia Morabito- senza trascurare il ruolo del Privato, "che non sostituisce il pubblico, ma può essere d'aiuto al Pubblico". Asl e Comuni fanno un lavoro "molto impegnativo e la loro sinergia è necessaria". Per contro, i controlli della polizia municipale - a livello generale- risentono del basso contingente di personale in proporzione al numero di cittadini. La coralità dell'approccio di Legambiente, si riflette nell'attenzione a iniziative sociali - come gli Interventi Assistiti da Animali all'Ospedale Bambin Gesù, illustrate dalla psicologa Cinzia Correale e sostenute da ENCI- e le azioni di recupero sociale di Cave Canem.

Interventi comunali di rigenerazione urbana
- Ai Comuni, in particolare, Legambiente chiede la creazione di un'area cani per ogni 1000 cittadini residenti, "nell'ambito di una complessiva rigenerazione urbana". E' Morabito a mettere in luce che "due o tre volte al giorno si va fuori con il proprio cane". Questo rende "necessaria la rigenerazione degli ambienti urbani", con spazi verdi e risposte adeguate al rivenimento di animali selvatici, "che cresce e non ha una risposta adeguata". Sono in aumento gli animali in difficoltà segnalati dai cittadini, "ma non ne conosciamo il potenziale sanitario"- afferma Morabito. Da qui la richiesta di "raddoppiare entro il 2030 il numero dei canili, assorbendo i CRAS nel Sistema sanitario nazionale".

Integrare i CRAS nel Sistema Sanitario
- "Il monitoraggio dei selvatici sia costante"- è l'auspicio di Morabito. Legambiente considera i Centri di Recupero degli Animali Selvatici (CRAS)-come "osservatori privilegiati, soprattutto quelli urbani". E' nei selvatici che si verificano in anticipo gli eventi sanitari, prima che negli animali domestici. Occorre quindi "correggere un vulnus legislativo"- è la tesi di Legambiente-  generato con la Legge sulla caccia, che li ha collocati "sotto l'agricoltura e non sotto la Salute". Un vulnus che genera un gap di conoscenza nelle Asl e nelle attività di sorveglianza.
L'istanza del passaggio dei CRAS sotto la Salute è sostenuta da Adriano Argenio, Direttore sanitario del Centro recupero animali selvatici del CRAS viterbese Lago di Vico (VT): "Questi Centri sono collocati in un luogo sbagliato". Pensati come elemento compensativo delle autorizzazioni al prelievo di caccia, i CRAS sono in realtà "un ospedale da guerra in costante emergenza", dove però mancano attrezzature e locali idonei, nonostante sia in costante aumento l'arrivo di animali in difficoltà portati dai cittadini. Il dato del Centro Lipu di Roma è emblematico: dai 3.000 ricoveri del 2012, si è arrivati agli 8000 del 2022".  Spiega il Direttore Argenio: "E' aumentata la sensibilità, sono in aumento gli animali selvatici e stanno arrivando gli effetti di leggi emanate tempo addietro". Fattori concomitanti a cui si aggiungono specie esotiche - anche da potenziale invasivo- di cui i CRAS sono destinatari loro malgrado.
"Bisognerebbe far rientrare i CRAS nella stessa rete di ASL e IZS"- è la proposta. Un tentativo in questa direzione, fu compiuto dal Ministero della Salute nel 2017, con l'indirizzo a tutte le ASL di controllare i Centri e dotarli di un direttore sanitario. "Non tutti si sono allineati- afferma Argenio-  è invece una cosa da fare con urgenza, i CRAS- ha ribadito- vanno coinvolti nella sorveglianza, sia attiva che passiva".

Controlli e repressione con 15mila guardie volontarie
- Infine Legambiente chiede un rafforzamento dei controlli e la repressione dei fenomeni illegali, coinvolgendo 15.000 guardie zoofile volontarie nei prossimi anni. Sull'inasprimento delle sanzioni per chi uccide, maltratta e abbandona animali, la proposta di legge dell'On Brambilla- afferma Groccia- "va nella direzione giusta"
e inasprite le sanzioni penali per chi uccide maltratta e abbandona, la pdl Brambilla "va nella direzione giusta".

Le ASL e i Comuni premiati
- Il Rapporto Animali in Città analizza i dati delle Aziende sanitarie e dei Comuni italiani "per accrescere le conoscenze e il coinvolgimento dei cittadini e dispiegare il protagonismo delle professionalità impegnate nella tutela e nella salvaguardia della salute umana, animale e ambientale". Con questo obiettivo, ogni anno, Legambiente premia le realtà più virtuose. Quest'anno, il riconoscimento di ente "amico degli animali" è andato a quattro Aziende Sanitarie: ASL Toscana Sud Est, ASL Toscana Centro, ATS Brescia, ASL Vercelli.
I Comuni premiati: Modena, Verona e la new entry Ferrara . Milano la metropoli più virtuosa.

Nella foto, Ilenia Malavasi, Antonino Morabito e Enrico Fontana

XII Rapporto Animali in Città

pdfPROGRAMMA_LEGAMBIENTE.pdf2.28 MB