Il Sottosegretario di Stato Vito De Filippo ha risposto ieri ad una interrogazione del Senatore Andrea Mandelli sulla resistenza batterica agli antibiotici. L'interrogante si è dichiarato insoddisfatto. Mandelli chiede infatti "iniziative ben più forti e strutturate, anche attraverso lo sviluppo di sinergie tra professioni sanitarie sul territorio, così da poter dare risposte più adeguate ai bisogni del cittadino". E inoltre, per il Sen Farmacista Mandelli è "importante approfondire anche l'ambito veterinario per verificare le cause di resistenza agli antibiotici, esercitando un controllo più attento sulla filiera alimentare".
Per il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, "è “apprezzabile ma incompleta” la sollecitazione rivolta dal Senatore Mandelli al Sottosegretario per incoraggiare la collaborazione tra professioni sanitarie nel contrastare le resistenze anti-microbiche. “Ancora più fondamentale- osserva Melosi- è che Farmacisti e Medici Veterinari collaborino nella prevenzione di impieghi impropri o addirittura fuori dalle regole e dalle buone prassi di dispensazione degli antimicrobici”. Sostituire in farmacia il medicinale veterinario con quello umano "viola il patto terapeutico, aumenta il rischio di uso improprio e può diventare una truffa ai danni del SSN".
Secondo il Presidente ANMVI “è fondamentale il rigoroso rispetto della prescrizione medico veterinaria in farmacia, che ancora oggi non sempre viene rispettata e – in violazione di legge- il prodotto prescritto viene talvolta sostituito con un antimicrobico autorizzato per le cure nell’uomo e non negli animali. Una malaprassi nei confronti del medico veterinario prescrittore e del proprietario, che- benchè minoritaria e in costante contrazione- richiede una stretta vigilanza dell’Ordine dei Farmacisti, una vigilanza sulla quale il Senatore Mandelli in veste di Presidente FOFI assicurò ad ANMVI già alcuni anni fa inviando prontamente una nota agli iscritti.
Il mancato rispetto della prescrizione veterinaria è perseguibile fino all’ultimo grado di Cassazione, “non solo perché rappresenta un grave disturbo del piano terapeutico che l’animale in cura deve seguire- afferma Melosi- ma anche perché la sostituzione di un medicinale ad uso umano con un medicinale veterinario può sconfinare nel reato di truffa ai danni delle finanze pubbliche, qualora si tratti di medicinali umani pagati dal Servizio Sanitario Nazionale. E troppo spesso- conclude Melosi- la malaprassi si accompagna ad informazioni che vanno oltre le competenze del farmacista per sconfinare in consigli di carattere medico veterinario, addirittura in contrasto con quelle del veterinario curante”.
Infine, sull’invito rivolto dal Senatore farmacista Mandelli al Sottosegretario De Filippo di “approfondire l’ambito veterinario per verificare le cause di resistenza agli antibiotici, esercitando un controllo più attento sulla filiera alimentare”, l’ANMVI fa notare che -oltre ad essere attivamente partecipi del riordino legislativo europeo sui farmaci Veterinari e alla digitalizzazione della ricetta elettronica veterinaria- i medici veterinari degli allevamenti italiani sono gli unici in Europa a disporre, grazie ad una piattaforma informatizzata realizzata da SIVAR - d strumenti di monitoraggio informatizzato dell’impiego delle sostanze antimicrobiche. Ancora prima delle autorità europee preposte, che ancora oggi misurano i dati di vendita ma non di somministrazione, i Medici Veterinari Italiani operanti in allevamento- specialmente nelle aziende zootecniche dei bovini da latte- possono vantare un esempio di auto regolamentazione virtuosa, unico in Europa, ben noto e apprezzato dal Ministero della Salute.