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LA LETTERA

Randagismo: la FNOVI demolisce il Piano PNALM

Randagismo: la FNOVI demolisce il Piano PNALM
Dopo il botta e risposta fra l'ANMVI al Presidente dell'Ente Parco, la FNOVI rincara la dose rigettando in toto il Piano PNALM. Concertazione con FNOVI? La partecipazione al tavolo tecnico è stata "interrotta" per "impossibilità a trovare convergenze". Tutti i rilievi della FNOVI al Piano antirandagismo dell'Ente Parco Abruzzo, Lazio e Molise.

"Diversamente da quanto da lei affermato, la FNOVI non ha solo sollevato questioni in merito alle tariffe", ma ha anche presentato una proposta rendendosi disponibile a collaborare ad iniziative contro il randagismo "purchè si basino su strategie concordate e scientificamente valide, nel rispetto del benessere animale". Il Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio firma con queste parole una nota all'indirizzo del Presidente dell'Ente Parco, Antonio Carrara, e dei destinatari che in queste settimane sono stati partecipi della corrispondenza intercorsa fra l'Ente Parco e ANMVI.

Il Presidente Carrara aveva risposto ad ANMVI sostenendo, fra l'altro, che  “è completamente falso affermare che non sono stati coinvolti gli Ordini dei Veterinari e della FNOVI. Loro rappresentanti hanno partecipato alle riunioni preparatorie, sollevando solo questioni in merito alla tariffazione degli interventi nelle strutture fisse, proponendo quotazioni economiche insostenibili per questo progetto e niente altro”.
Al contrario, la nota del Presidente FNOVI allega una analisi dettagliata di tutte le criticità del Piano PNALM 2016 - peraltro sovrapponibili, se non peggiorative, a quelle dell'analogo Piano presentato e bocciato nel 2014- e una contro-proposta, evidentemente ignorata dall'Ente Parco e dai suoi partner, istituzioni e volontari.

Tre ordini di criticità- Il Piano PNALM per il contrasto al randagismo nei territori del Parco è carente sotto tre aspetti: strategia, tutela animale e rigore scientifico.
  • Strategia del protocollo d'intervento- "Non si comprende- osserva la Federazione- quale sia lo scopo: principi sanitari? Tutela e/o prevenzione delle patologie trasmesse agli animali selvatici? Prevenzione delle patologie dei cani? Riduzione della predazione o altro?". Mancano indicazioni numerici di risultato, non vengono indicate le risorse economiche. Risulta "insufficiente il coinvolgimento delle strutture medico veterinarie di liberi professionisti per aumentare il numero degli animali sui quali effettuare gli interventi chirurgici in sicurezza". Per "incorenza con le norme di legge, si va di fatto "legittimando comportamenti non leciti".
  • Tutela della salute e del benessere animale- La FNOVI si appunta sull'utilizzo di "strutture mobili non autorizzate e non autorizzabili, sia per le attività di sterilizzazione sia per il ricovero post chirurgico". L'utilizzazione dell'ambulanza veterinaria dell'ENPA, si configura come una struttura veterinaria mobile, "di difficile inquadramento autorizzativo, considerando che le norme attuali identificano con chiarezza l'Ambulanza Veterinaria". Dubbi- anche di tipo etico- si rinvengono nell'uso del furgone con box di ricovero dell'ENPA per l'effettuazione del ricovero post-sterilizzazione dei cani randagi e inselvatichiti". Criticabile infine "la mancata presa in considerazione della vasectomia con tutti gli innegabili vantaggi conseguenti sia etologici si a logistici soprattutto per i soggetti reimmessi sul territorio e/o l'assente previsione di alternative non chirurgiche". Tutte carenze che "fanno rilevare la scarsa base scientifica del progetto che appare più orientato alla soddisfazione di criteri mediatici che al rispetto degli animali, alla prevenzione delle patologie che possono nuocere agli animali domestici e selvatici presenti nel Parco.
  • Rigore ed evidenza scientifica- E' "irrazionale" secondo la FNOVI la previsione dell'attività di vaccinazione e di analisi diagnostiche, in particolare i tamponi per i quali non si rileva alcuna motivazione e utilità per eseguire la PCR". Tale metodica, prosegue la nota, "viene utilizzata per la diagnosi di malattia come il cimurro e la parvovirosi, la letteratura scientifica per quanto di nostra conoscenza non riporta studi su animali sani".
Il giudizio finale della FNOVI sul Piano PNALM 2016 è perentorio: il progetto richiede "una totale revisione". Vanno chiarite "le responsabilità e le omissioni che hanno comportato le attuali circostanze per stabilire misure correttive". In definitiva, per la FNOVI, il Piano si basa su una "insufficiente e inadeguata programmazione, che oltre tutto non ha finalità educative e, ancora una volta, si sostituisce al vuoto lasciato dalle autorità preposte alla vigilanza e allo svolgimento dei rispettivi compiti di ufficio".

Il commento dell'ANMVI- Quanto rappresentato da FNOVI non consente più un urgente ripensamento non solo del Piano PNALM ma delle strategie complessive di lotta al randagismo nel nostro Paese. Per l'ANMVI la soluzione va trovata in azioni di intervento sanitario, concordate a livello nazionale al Tavolo permanente della Veterinaria attivato al Ministero della Salute su iniziativa di ANMVI, FNOVI e SIMEVEP e sul quale sono poggiate proposte strategiche concrete e non più rinviabili.

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