Antonio Carrara (Presidente del PNALM) scrive considerazioni che non modificano la posizione dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. "Al contrario, ci rafforzano nella richiesta di sospensione immediata del Piano anti-randagismo", dichiara il Presidente ANMVI Marco Melosi.
"Stupiscono, senza portare contro-deduzioni sostanziali", le
parole inviate all’ANMVI dal Presidente dell’Ente Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), parole che offenderebbero i Medici Veterinari Liberi Professionisti se non fossero tanto paradossali e inesperte” -
commenta Marco Melosi.L’ANMVI respinge al mittente le tesi del Presidente
Antonio Carrara sul Piano anti-randagismo nei territori interregionali del Parco, “semplicemente perché ribadiscono puntualmente tutte le circostanze per le quali riteniamo il Piano fuori dall’ordinamento veterinario”- dichiara Melosi: "Quanto sostenemmo per il Piano PNALM del 2014, allora bocciato dal Ministero della Salute, vale a maggior ragione per il Piano di quest’anno”.
Il Presidente PNALM, di formazione sociologo, dichiara che “le sterilizzazioni effettuate in ambulanza offrono le stesse garanzie di qualità e di buone prassi delle strutture fisse”, evidentemente senza conoscere le implicazioni clinico-chirurgiche di interventi che richiedono una laurea in medicina veterinaria, una abilitazione di Stato e l’iscrizione all’Albo professionale- e per questo si fa scudo delle autorizzazioni regionali indubitabilmente ottenute.
Se non che, si tratta di autorizzazioni che contravvengono al “principio di leale collaborazione” fra il Ministero della Salute e le Regioni sancito con l’
Accordo Stato Regioni 26 novembre 2013, che ammette l’erogazione di prestazioni veterinarie solo in strutture veterinarie dotate di autorizzazione sanitaria. E che, al contrario, non ammette strutture veterinarie mobili; l’unica eccezione - fa notare l'ANMVI- riguarda “quelle per il soccorso di animali feriti o gravi”-
disciplinate dal Ministero dei Trasporti (Codice della Strada) solo come “ambulanze veterinarie” e comunque utilizzabili per lo svolgimento di attività organicamente collegate ad una o più strutture veterinarie fisse. Lo richiede il rispetto di norme di igiene e di benessere animale.
Spiace constatare che l’Ente Parco abbia anteposto valutazioni economiche (proposte di tariffazione veterinaria “insostenibili” ma delle quali non fa sapere l’importo) a valutazioni di benessere animale, valutazioni che un organismo di tutela ambientale quale è il PNALM non dovrebbe negare a nessuna specie insistente sui propri territori. La chirurgia veterinaria ha dei
parametri di costo al di sotto dei quali, l’esperienza induce a dubitare che i cani possano essere al riparo da rischi.
Evidentemente malconsigliati, gli ideatori del Piano hanno preferito il volontariato, risparmiando non tanto sulle finanze dell’Ente o di quelle dei Veterinari quanto sulla pelle degli animali- conclude l'ANMVI.