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STABILIZZAZIONI?

Il DPCM non aiuterà i precari del Ministero

Il DPCM non aiuterà i precari del Ministero
Il Decreto "salva precari" da supporto legislativo per la stabilizzazione è in realtà un viatico per concorsi aperti a tutti. Difficilmente il DPCM potrà risolvere il precariato dei dirigenti ministeriali. Non valorizzata l'esperienza e la capacità operativa maturata in ruoli altamente specializzati.

In base al provvedimento, le procedure concorsuali non saranno più riservate alle persone "in servizio presso gli enti" ma a tutti coloro con "almeno tre anni di servizio, anche non continuativo anche presso enti diversi da quello che indice la procedura"; inoltre potranno essere indotti concorsi solo per il 50% delle risorse destinate all'assunzione e bisognerà garantire il 50% di accesso dall'esterno. Inoltre, i contratti del personale assunto a tempo determinato potranno essere prorogati non oltre il 31 dicembre 2016.

Al Ministero della Salute da più di venti anni prestano servizio con contratti precari  veterinari e medici, grazie ai quali è possibile garantire in Italia un costante livello di sicurezza alimentare, ma anche delle cospicue entrate per l'erario. In base alla legge vigente possono essere conferiti a tali medici e veterinari dei contratti rinnovabili di 5 anni. Difficilmente questo DPCM potrà risolvere il precariato di questi dirigenti ministeriali, avendone prefigurato l'applicabilità a tutti gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale. La strada del concorso pubblico urbi et orbi non tiene conto dell'esperienza e della capacità operativa di ruoli altamente specializzati.

Da anni, tutti i veterinari e medici precari al Ministero della Salute, assunti tramite valide procedure concorsuali, ritengono che vi siano i presupposti giuridici per proporre tout court un DPCM per la stabilizzazione.

Si tratta di 165 sanitari, in maggioranza veterinari, degli uffici centrali e periferici del Ministero della Salute, che operano ormai stabilmente nell'attività ordinaria dei servizi centrali e frontalieri dell'amministrazione sanitaria, al punto da configurare ormai una situazione di rapporto di lavoro stabile con esperienze e competenze fondamentali per le attività di sanità pubblica e di sicurezza alimentare nei quali sono impegnati. Di questi, 136 sono medici veterinari (77 presso gli uffici centrali e 98 presso gli uffici periferici), con una media di 10 anni di precariato. Il loro contratto scadrà nel 2014.